Torniamo a parlare di Daniele Faraotti. Non smetterà mai di stupire e di dividere critica, pubblico, ben pensanti e omologati della norma. Con “Phara pop Vol.1” aveva dimostrato che quel suo primo disco dal titolo “English Aphasia” non era un’anomali del sistema. È tempo di nuove scritture: esce “Le promesse”, con tanto di video che ormai è una direzione cara al nostro. Una giornata qualunque, la vita di due donne… una cantilentante promessa di esistenza, un cantilentante manifesto di assenza e di distrazione. Tra le parole e le dissonanze, quel modo sghembo di scrivere una musica che non dichiara intenti e quei segreti annidati dentro cose apparentemente casuali. Per ora possiamo ascoltarlo solo in rete, in video…
«Mi hanno chiesto di scrivere cinque dichiarazioni per accompagnare LE PROMESSE nel suo viaggio mediatico. Non ho niente da dichiarare!! Dichiaro inoltre di essere all’oscuro di tutto. Volutamente, così, per prendermi cura di me stesso. Egoisticamente, per poter guardare agli altri con comprensione e distacco. Amici, il tempo è poco. Nella maggior parte dei casi è riempito da cose di cui a me non frega assolutamente niente. Ne ho già ampiamente riferito, finché posso, seguo la strada che continuamente mi fa perdere l’orientamento, quel daimon che oramai titola anche album di recente pubblicazione. LE PROMESSE è sicuramente una tappa tra i disorientamenti colti e realizzati. Miracolosamente eravamo tutti liberi quel giorno. Anche l’agriturismo. Non era facile. Siamo tutti così impegnati. Ma perché? Dovremmo giocare tutto il tempo. Giocare alla vita, quella immaginata, quella che ti restituisce un senso. Beh, fine della terza dichiarazione». Daniele Faraotti


