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“Valvassori Del BardFolk”: i BardoMagno riscrivono la storia… con la distorsione giusta

Eccolo il nuovo disco dei Bardomagno. La parola cantata, dal suono rock, di non sottile denuncia sociale

C’è un Medioevo che pulsa elettricità e non siamo certo noi a fermarla. Elettricità e distorsione che fanno tremare le fondamenta dei castelli e che rimbomba come un assolo (distorto manco a dirlo) tra le segrete dell’immaginario collettivo – pur sempre ancorato volontariamente ai fasti del passato quando il servilismo della Gleba sembrava cosa ormai “lontana”). È questo il regno sonoro di “Valvassori Del BardFolk”, terzo capitolo discografico dei BardoMagno, band folk rock nata dal fertile sodalizio tra Valerio Storch (Nanowar of Steel) e la celebre community satirica Feudalesimo e Libertà.

Undici brani inediti, due featuring d’eccezione (Valerio Lundini e Lorenzo Baglioni) e un suono che, pur mantenendo saldo il vessillo del folk medievaleggiante, si arricchisce stavolta di una trama sonora più massiccia e stratificata che certo, come da copione per i nostri santi antichi reduci del passato, sfoggiano ampie letterature classiche note ai più. Una firma che non penso smetta mai di esistere, che amplia l’eco della loro identità, traghettandola verso le lande di quel rock potente e nostalgico, che strizza l’occhio alle sonorità degli anni ’80 e ’90.

La produzione – a cura degli stessi BardoMagno – si è sempre saputa barcamenare e (in un certo senso) distingue anche per la cura (filologica e maniacale a tratti) dei timbri, di quel rispetto estetico per una certa menzione storica, tra chitarre epiche (l’immaginario vichingo è dietro l’angolo), ora ironiche, ora sorrette da una sezione ritmica compatta, quasi troppo moderna a volte. “Giovanna Pulzella”, brano che pare uscito da un vinile dimenticato degli Iron Maiden passati al vaglio del nonsense più colto, dimostra una compattezza e un coraggio a sfoggiare una libertà estetica che non è facile… e di sicuro si fa forte di un mestiere che dalla loro non è mai mancato. E devo dire che anche in questo nuovo disco, la produzione dimostra una competenza e una fierezza per il risultato tutt’altro che “artigianale”.

Black humer dentro, atmosfere gotiche e swingate, che non si dimentichi di mantecare il tutto con del post-grunge con quel gusto amarcord che solo i veri amanti del rock novantiano possono cogliere, la parola che per Valerio Storch sembra un giocattolo da maneggiare con cura (e lui sa farlo), questo slang che fa il verso all’antica elocutio di corte, il pop che comunque infonde certezze alle forme di queste canzoni… e poi la satira: ai Bardomagno non interessa affatto passare inosservati o come ironica band di culto. Io credo che il centro resti sempre la denuncia su temi sociali e politici. Ok ridiamo: ma poi fermiamoci un secondo di più. “Valvassori Del BardFolk” è un disco solido, pieno, pensato per essere suonato dal vivo e che richiama la potenza delle distorsioni heavy, la teatralità del rock d’antan, l’ironia acida della satira e la melodia orecchiabile del cantautorato comico. I BardoMagno non si limitano a raccontare il Medioevo: lo amplificano, lo mettono sotto cassa e rullante, lo distorcono e lo fanno ballare. Il risultato? Una cavalcata sonora che diverte, fa riflettere e, soprattutto, suona maledettamente bene.

Written by Redazione Bravo!

Bravonline nasce tra il 2003 e il 2004 frutto della collaborazione tra vari appassionati ed esperti di musica che hanno investito la loro conoscenza e il loro prezioso tempo al fine di far crescere questo magazine dedicato in particolar modo alla Canzone d’Autore italiana e alla buona musica in generale.

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