CARE AMICHE ED AMICI, E’ USCITO “SINARRA”, IL NUOVO CD DI LUIGI GRECHI!
Ebbene, sì, oggi 21 giugno 2021, Luigi mantiene la promessa di pubblicare in CD le canzoni uscite via via sul suo sito web sotto il titolo di “Una canzone al mese” e poi messe a disposizione su YouTube.
Ovviamente i brani sono stati rimixati e rimasterizzati, si sono aggiunte parti, voci, strumenti…
Il CD sarà messo in vendita su eBay e in ascolto gratuito, come ormai avviene, su varie piattaforme web.
Invece spariranno da YouTube i brani di “una canzone al mese” che alcuni di voi hanno ascoltato in versione demo, ma ben presto saranno sostituiti dal prodotto finito
Infine, qui di seguito potrete leggere i testi delle canzoni ed i crediti
Ci dice Grechi: “Ho cominciato quasi per scherzo insieme a Paolo Giovenchi e ci siamo ritrovati in mano con un disco che è senz’altro il migliore che io abbia mai fatto. E’ quello, nel bene e nel male, che più mi rappresenta, col mio amore per la musica acustica e per gli arrangiamenti minimali ma con un suono moderno e convincente…”
1.UN TIPO STRANO (Grechi-Grechi)
Son nato ai piedi di un vulcano spento
In una terra che produce vino
Nel rifugio sicuro di un convento
Aprii sul mondo gli occhi da bambino
A volte penso di essere romano
Ed altre poi mi sento un milanese
La gente dice sono un tipo strano
Uno straniero dentro il suo Paese
A volte penso di essere geniale
Ma poi mi sento un povero cretino
Che gira in lungo e in largo lo Stivale
A volte Superman e a volte Paperino
A volte penso di essere romano
Ed alte poi mi sento un milanese
La gente dice sono un tipo strano
Uno straniero dentro il suo Paese
2.SI NARRA (Grechi-Grechi)
E fu in un’isola dimenticata
Fu proprio un sacco di tempo fa
Che lui fu accolto da un coro di voci
Di donne giovani in libertà
Era ridotto proprio pelle e ossa
Era un relitto, faceva pietà
Ma loro smisero di giocare a palla
per fare un atto di carità:
E sette giovani corpi abbronzati
Lo strapparono al mare crudele
E lo unsero di olii e profumi
E gli offrirono il vino ed il miele …..
Alle spalle un’impresa fallita,
lo sgarbo fatto a un superpotente
e poi alla fine questo naufragio
senza uno straccio di salvagente
preso di mira dalla sfortuna
e dal ciclone delle azzorre
lo trattarono come un amico
Mica lo misero dietro alle sbarre
E sette giovani corpi abbronzati
Lo strapparono al mare crudele
E lo unsero di oli e profumi
E gli offrirono il vino ed il miele …..
Il babbo di una di quelle ragazze
Lo accolse dentro al suo grande salone
Diede un banchetto fenomenale
davvero degno dell’occasione.
Ed alla fine dell’abbuffata
Lo straniero si mise a narrare
mille storie curiose e bizzarre
Capitategli al di là del mare
di giganteschi robo-pastori
con un sensore in mezzo alla fronte
e di siluri a forma di donna
che li riempivano di microonde
Erano cose da fantascienza,
erano proprio balle spaziali
ma lo ascoltavano a bocca aperta
In fondo erano dei provinciali…
E c’era uno con la chitarra
che poi ne fece tante canzoni
che finirono dentro ad un libro
Che ancora oggi dà tante emozioni…
ed alla fine lui prese il mare
sopra una barca piena di doni
per ritornare al porto sicuro
da cui mancava da troppe stagioni
3.BARRY (Grechi-Grechi)
Non so stare con gli altri, non so stare da solo…
Non riesco a capire e non so più definire
Quale sarà il mio prossimo ruolo
In questa partita che io gioco da solo
Come un vecchio veliero o una nave in disarmo
Attraccata al suo ultimo molo.
Ma se penserai poi capirai
E canterai con me:
“Il vostro buon senso mi fa un po’ di senso
e non ha più molto senso per me!”
Sono scesi dal cielo, sono usciti dal mare
E un’onesta proposta o una sincera risposta
Non la sanno o non la vogliono dare.
Forse un giorno di questi non avrò più cintura,
Niente lacci alle scarpe, niente lacci alle scarpe
Ma nemmeno paura
Ma se penserai poi capirai
E canterai con me:
“Il vostro buon senso mi fa un po’ di senso
e non ha più molto senso per me!”
Sono stato ad oriente, sono stato a occidente
Ed il sole nascente nascondeva un diamante
Che era sempre più lontano da me.
E sarò come un’ombra che non sporca nè ingombra:
Io sarò come un fiore che nasce e che muore
Senza fare rumore
Ma se penserai poi capirai
E canterai con me:
“Il vostro buon senso mi fa un po’ di senso
e non ha più molto senso per me!”
ROCK DELLA CROSTATA (Grechi-Grechi)
Qui lo sanno tutti che dall’una alle tre
Tu dai la tua crostata a tutti meno che a me!
Ti prego dammene ancora! Dammene ancora!
Prima che tutti l’abbiano assaggiata
E non ce ne sia più
Ed io l’ho assaggiata, l’ha assaggiata Piero,
Ormai l’ha già gustata quasi il mondo intero
Dammene ancora! Dammene ancora!
Prima che tutti l’abbiano assaggiata
E non ce ne sia più
E la tua crostata è proprio eccezionale,
Per quanta io ne mangi non mi fa mai male
Dammene ancora! Dammene ancora!
Prima che tutti l’abbiano assaggiata
E non ce ne sia più
E la tua crostata è proprio a buon mercato
Ormai l’ha già gustata tutto il vicinato.
Dammene ancora! Dammene ancora!
Prima che tutti l’abbiano assaggiata
E non ce ne sia più
E la coda alla porta è lunga come un treno,
E chi l’ha assaggiata non può farne a meno.
Dammene ancora! Dammene ancora!
Prima che tutti l’abbiano assaggiata
E non ce ne sia più
C’è chi entra davanti, c’è chi entra dal retro
Per andare a gustare la tua pizza a metro
Dammene ancora! Dammene ancora!
Prima che tutti l’abbiano assaggiata
E non ce ne sia più
SANGUE E CARBONE (Grechi-Grechi)
Ascoltatemi bene miei cari signori
Non vi venga mai in mente di fare i minatori
E’ come un brutto malanno che ti entra nel cuore
finché sangue e carbone han lo stesso colore
Ed è umido, è buio proprio come in galera:
Maledetto mestiere lavorare in miniera!
Non c’è un raggio di sole, non c’è pioggia nè vento,
Non c’è alba o tramonto, ma fatica e tormento
E ne ho visti parecchi barcollare e cadere
Per la droga pesante od il vizio del bere
Ma i miei vecchi compagni sono andati in rovina
Per la maledetta “pasiùn de la mina”
Un bel giorno il mio corpo si farà carbone
Qualcun altro a grattarlo fra trivella e piccone
E dall’alto dei cieli in quegli angoli bui
Io vedrò il minatore e avrò pena di lui
Ed è umido, è buio proprio come in galera:
Maledetto mestiere lavorare in miniera!
Non c’è un raggio di sole, non c’è pioggia nè vento,
Non c’è alba o tramonto, ma fatica e tormento
BASTAVA UN FIORE (P.Giovenchi-Grechi)
Bastava un fiore per dire “E’ primavera”
Bastava avere un’amica da abbracciare
Ed una sola stella quando è sera
Per non temere più l’oscurità
E col mio ultimo litro di benzina
Potremo andare un po’ fuori città
E fare finta che tutto è come prima
fra le rovine di un antica civiltà
Ed alla luce dell’ultima candela
Scrivo parole che nessuno leggerà:
ma poso carta e penna e dopo un poco
Mi dico dentro me “cchi mm’o ffa faà?”
E un giorno arriverà l’ora illegale
Con il mistero fuori dalle porte
E busserà quel perfido animale
L’ala feroce della malasorte
Ed alla luce dell’ultima candela
Scrivo parole che nessuno leggerà:
ma poso carta e penna e dopo un poco
Mi dico dentro me “cchi mm’o ffa faà?”
Mi dico dentro me “cchi mm’o ffa faà?”
Bastava un fiore per dire”E’ primavera”
Bastava avere un’amica da abbracciare
Ed una sola stella quando è sera
Per non temere più l’oscurità
TANGOS E MANGOS (P.Giovenchi/Grechi-Grechi)
Vorrei comperarmi dei bongos,
Sdraiarmi all’ombra dei mangos:
Suonarci soltanto dei tangos,
Far bailare le simie del Congos!
Suonarci soltanto dei tangos,
Far bailare le simie del Congos!
Potrei vivere mangiando dei fungos
Dai gambi nè corti nè lungos,
Pulirli con cura dal fangos
Ed offrirne qualcuno agli orangos
Pulirli con cura dal fangos
Ed offrirne qualcuno agli orangos
Finalmente ho comprato dei bongos
Ma ci suono soltanto fandangos
Perchè addesso ho capito che i tangos
No lle gusta ale simie del Congos
Perchè addesso ho capito che i tangos
No lle gusta ale simie del Congos
Porque quando gli suono dei tangos
Loro pestano tutti i miei fungos,
Non rimane nient’altro che fangos
E i digiuni son sempre più lungos
Non rimane nient’altro che fangos
E i digiuni son sempre più lungos
Mentre quando gli suono i fandangos
Loro scivolan leggeri sul fangos
E mi offrono fungos e mangos
Questi cari simioni del Congos
E mi cantano Tangos e Mangos
Questi cari simioni del Congos
PAOLO GIOVENCHI ha prodotto il disco.
Inoltre, Paolo ha suonato basso, chitarre, mandolino, banjo-chitarra, percussioni, vocals
FIORE BENIGNI organetto
STEFANO PARENTI cajon, batteria
EDOARDO PETRETTI piano, tastiere
ANDREA “UENZO” PREALONI cornamusa musette, flauto irlandese
ALESSANDRA QUADRACCIA vocals
CAROLINA TARUFFI vocals
STEFANO TAVERNESE violino
FABRIZIO FREZZA ha curato e mixato il suono
ENRICO FURZI (“LA STRADA”) mastering
CRISTIANO GIUSTOZZI grafica
UN RINGRAZIAMENTO PARICOLARE A FRANCESCO PER VOCE E ALLEGRIA SU “TANGOS E MANGOS”