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Libero nell’aria – Sergio Cammariere

il nuovo libro con COSIMO DAMIANO DAMATO

Sono nato a Crotone, in via Libertà n° 11A.
Quando venni battezzato, mi fu dato come secondo nome Libero. Sergio Libero.
Fu probabilmente perché il mio padrino era un fervente democristiano e lo stemma del partito era lo scudo crociato con sopra scritto Libertas. Ma la libertà me la sono sempre conquistata da solo.
Io, ribelle. Io, pacifista.

Libero nell’aria è il viaggio epico di Sergio Cammariere che si rivela, con la complicità drammaturgica di Cosimo Damiano Damato, in un vero e proprio romanzo di formazione. Le prime fughe fra i monti d’argilla del Crotonese, l’ira e lo sdegno per la violenza perpetrata su un polpo, sbattuto sulla roccia, sono i primi segni di una personalità che si affaccia alla vita, già decisa a cercarsi una via, una passione. E questa via, questa passione gli appaiono subito chiare fin da piccolo, quando scopre la musica ascoltandola dal Geloso, un rudimentale registratore acquistato dal padre.
Partendo dagli anni Sessanta vissuti in un Sud magico e poetico, si dipana così un percorso unico, autentico che – in un susseguirsi di occasioni di ispirazione, ostacoli da superare e incontri fecondi – porta alla formazione di uno degli artisti più originali, talentuosi e sensibili del nostro tempo. Sergio, sognatore e gentiluomo iniziato alla musica dal sacro mare: ascoltare il suo racconto è inebriante come abbandonarsi al suono del suo pianoforte.
Sergio, pescatore di stelle e di armonie.

 

Segue un estratto dal primo capitolo:

Sono nato a Crotone, in via Libertà n. 11/A, il 15 novembre 1960.

Quando venni battezzato, mi fu dato come secondo nome Libero. Sergio Libero. Fu probabilmente perché il mio padrino, Gregorio Clausi, lontano cugino di mio padre e direttore di banca, era un fervente democristiano e nello stemma del partito c’era lo scudo crociato con sopra scritto Libertas.

La famiglia Cammariere è presente a Crotone dal 1784; discendiamo tutti dal capostipite Domenico, originario di Sinopoli, nella provincia di Reggio Calabria, e dai suoi figli Carmine e Gaetano. Mio padre, nato nel 1925, figlio di Francesco Cammariere, è cresciuto con i suoi fratelli nella ottocentesca casa di famiglia situata nel centro storico di Crotone, tra vico Cammariere e piazza dell’Immacolata. Casa Cammariere fu bombardata durante il secondo conflitto mondiale, e mio padre e i parenti si rifugiarono a San Mauro Marchesato, un comune della provincia.

Sia mio padre sia mia madre provenivano da famiglie numerose: a mia madre avevano dato il nome Settimina perché era la settima nata. Puro  sangue meridionale,  il suo.

I Cammariere erano imprenditori agricoli per vocazione. I Pugliano, la famiglia di mia madre, erano ferrovieri da generazioni: mio nonno materno era stato capostazione della piccola frazione di San Leonardo di Cutro.

Mio padre Salvatore, appassionato di musica e fotografia, amava la campagna, era un uomo che sentiva il battito della terra, passava il tempo a coltivarla. Partiva all’alba e tornava all’imbrunire. Un uomo bucolico, uscito da un racconto di  Virgilio. Mia madre Settimina era il motore della casa. A lei era affidata la gestione della famiglia. Era instancabile. Si prendeva cura di tutti noi, sempre sorridente, gioiosa e vitale.

Sono sempre stato libero, ma la libertà me la sono conquistata da solo. Nel 1962 la mia era la classica famiglia medio-borghese con la Fiat 1100. Mio padre Salvatore, insieme a suo fratello Michele, piantava la barbabietola da zucchero nelle terre della Valle del Neto di Crotone. Coltivavano centinaia di ettari affittando i terreni nobiliari dei marchesi Lucifero, Albani, Zurlo, Baracco, Morelli e Berlingieri.

 

Era stato mio zio Michele a scoprire la barbabietola da zucchero. Era stato prigioniero di guerra prima in Africa e poi in Inghilterra, dove aveva lavorato in un campo di barbabietole, e quando era stato rispedito in Italia ed era tornato nella nostra Calabria, aveva messo in atto quello che aveva imparato in prigionia. “Michele Cammariere, il re della barbabietola”, intitolò una volta la «Gazzetta del Sud».

Era stato un vero pioniere nel settore; insieme, lui e mio padre coltivavano barbabietole destinate poi allo zuccherificio di Strongoli, a pochi chilometri da Crotone.

Ogni tanto mio padre mi portava con sé in campagna, ma non mi divertivo. Non c’erano altri bambini, solo macchine gigantesche come la mietitrebbia e i trattori, e odore di nafta.

Da piccolo ero ribelle. Quando uscivano, i miei genitori mi lasciavano a casa. Appena sentivo la serratura scattare, qualcosa in me ribolliva, e crescevano il profumo e l’esigenza di libertà. La prima volta rimasi chiuso in casa; la seconda, come un gatto che ha studiato le mosse del padrone, capii che esisteva una via di fuga. Ero un bambino, ma ragionavo come un uomo, anzi, un pirata. Abitavamo al pian terreno. Io aprivo la finestra del bagno, saltavo giù e scappavo per andare a divertirmi con gli altri bambini.

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Sergio Cammariere
(Crotone 1960) è musicista e compositore. Inizia giovanissimo la carriera componendo colonne sonore per film. Insignito della targa Imaie al Premio Tenco ’97 e della Targa Tenco nel 2002, è amatissimo dal pubblico soprattutto per le canzoni poetiche scritte con l’amico Roberto Kunstler. Sergio ha pubblicato 11 album da cantautore, composto 20 colonne sonore per il cinema, ricevuto 12 premi internazionali e partecipato al Festival di Sanremo 2003 (3° posto) e 2008. Collabora a progetti teatrali.

Biografia di Redazione Bravo!

Bravonline nasce tra il 2003 e il 2004 frutto della collaborazione tra vari appassionati ed esperti di musica che hanno investito la loro conoscenza e il loro prezioso tempo al fine di far crescere questo magazine dedicato in particolar modo alla Canzone d’Autore italiana e alla buona musica in generale.

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