Roberto Vecchioni – Velasquez (13/20)

ESTRO-VERSI
a cura di: "PIJI"
In esclusiva per Bravonline.it

Che capolavoro che è Velasquez, la canzone del dualismo per antonomasia. L’impegno e il disimpegno, la lotta e il ripiegamento, l’azione e il riposo, l’altruismo e l’egoismo, l’esplorazione e la stanzialità, la ricerca e il rifugio.
Il dilemma perfetto, il dissidio interiore e perennemente irrisolto che abita in ognuno di noi.
Il tutto impersonato dai due protagonisti del viaggio per mare che sta avvenendo. Da un lato Velasquez, una sorta di Ulisse, che poi sarebbe il vero navigatore ed esploratore Diego Velásquez De Cuéllar (1465-1524), conquistador spagnolo in cerca di Americhe e poi governatore di Cuba. Dall’altro il suo marinaio, il suo braccio destro, il mozzo, che accetta la sfida dei mari e della lotta, ma che ogni tanto vorrebbe ammutinarsi, “fermare la vela e tornare” a casa dalla moglie.
Tra le cose più belle del brano, il fatto che Vecchioni faccia parlare il marinaio, non Velasquez. Il protagonista è il mozzo. Vecchioni si pone dalla parte del dubbio insomma, non della certezza, che considerando il fatto che siamo nel 1976 in piena epoca di canzoni impegnate, è davvero molto interessante. Interessante perché l’impegno c’è, resta, è assolutamente tangibile. Ma non è una lotta cieca, una fede, un’adesione acritica, ma è un impegno vissuto e quindi altalenante, dubbioso, che probabilmente racconta al meglio ciò che Vecchioni e che molti artisti vivevano in quell’epoca.
Da un lato “Ahi Velasquez, ahi chitarra come spada” (altro ESTRO-VERSO clamoroso), “mille dune da scoprire”, “questo mondo da cambiare”, “genti da salvare”, “arrivare sempre più vicino al vero”, “ragazze, terre, contadini, da sempre popoli e padroni”, “un nido di rose ai piedi dell’arcobaleno”. Espressioni di lotta e utopia, rivoluzione e ricerca.
Dall’altro il lamento in mezzo al mare, la paura, il pentimento, la voglia di tornare: “Ahi Velasquez, dove porti la mia vita?”, “Ahi Velasquez, non t’avessi mai seguito, con te non si torna una sola volta indietro”, “Ahi Velasquez, com’è duro questo amore, mi pesa la notte prima di ricominciare”, “E tanta voglia, tanta voglia di tornare”.
Un marinaio che è comunque ammirato dal suo condottiero, ma anche stanco di questa lotta continua.
E poi l’ESTRO-VERSO di oggi, che riassume tutto.
Emblematico perché rivela il passaggio dal mare alla penna, dal navigare allo scrivere canzoni, così come l’altro verso diceva “chitarra come spada”. Si scopre il gioco letterario.
Vecchioni parla di se stesso, dunque.
E del suo essere artista engagé.
Vecchioni è sia Velasquez, sia il marinaio. Sta lì. Non racconta una vicenda fine a se stessa. Racconta di sé.
E quanto mi piace il trucchetto linguistico di quel “fatti scrivere”. Tecnicamente riferito a un’eventuale corrispondenza di lettere tra il marinaio e la moglie che dovrebbe placare in lui questa mancanza (tra l’altro un po’ improbabile una corrispondenza tra Spagna e i mari d’America).
Ma in realtà quel “fatti scrivere” è utile soprattutto alla frase successiva, “per te bisogna sempre scrivere e lottare”. Eccolo qui svelato l’artista, stanato fuori dall’allegoria.
“Scrivere e lottare”.
“Chitarra come spada”.
La summa del cantautore impegnato.
La sintesi della canzone degli anni 70, tra l’altro.
Ma c’è anche il mozzo, ci sono anche i dubbi.
Insomma, tra gli Oceani e i saperi, le lotte e le conquiste, si sta parlando in realtà del dissidio costante tra guardare noi stessi e il mondo. Dissidio che viviamo tutti, sempre.

Biografia di Redazione Bravo!

Bravonline nasce tra il 2003 e il 2004 frutto della collaborazione tra vari appassionati ed esperti di musica che hanno investito la loro conoscenza e il loro prezioso tempo al fine di far crescere questo magazine dedicato in particolar modo alla Canzone d’Autore italiana e alla buona musica in generale.

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