Ci sono ESTRO-VERSI di Vasco che ti prendono alla bocca dello stomaco e non ti mollano più per ore e ore. A volte sembrano magici, perché non li vedi subito, si annidano in punti strani delle sue canzoni, apparentemente sembrano innocui, parole semplicissime, mai troppo poetiche, nel fluire naturale di un racconto. Però ti ritrovi il groppo in gola e non capisci neanche bene da dove sia partito. Quel genio totale di Zocca fa così: appoggia un verso a una melodia e tu ti ritrovi senza volerlo dentro a una scena, a un film, a un qualcosa.
E solo dopo capisci il trucco magico.
Ovvero che c’è una parte di testo che Vasco chiede di aggiungere a te che stai ascoltando. Ti porta in campo, ti tiene dentro il film. Come se tu, da pubblico, dovessi riempire i puntini di sospensione o campire gli spazi con il colore della tavolozza che preferisci, non più soltanto il colore scelto da Vasco.
Sei lì che ascolti e, magia, il film è tuo, d’un tratto l’hai rubato all’autore, lo hai addirittura co-firmato.
E allora mi veniva in mente questo ESTRO-VERSO per cui divento veramente pazzo.
Ovvero questa cosa che lei SA GIÀ dove sia il whisky (o un qualunque superalcolico), perché in quella casa c’è già stata e neanche poche volte.
“È sempre lì dove sai tu”, dice.
Dentro c’è tutta la struggente storia di questa canzone.
Due colpi di pennello e… tutto si apre.
Questa ragazza che torna in un luogo che conosce così bene che il protagonista neanche fa i cosiddetti onori di casa.
“Versati pure da bere” le dice e poi, appunto, “è SEMPRE lì dove SAI tu”.
Chissà che storia d’amore sofferta c’è dietro. E chissà perché è finita… ti viene in mente tutta la loro vita. Che però è anche la tua. E ognuno la disegna a sua misura. Io c’ho messo il whisky, per qualcun altro sarà rum, ognuno riempie di sé e anche di chi ha amato, questa scena.
E traspare un incredibile amaro senso di confidenza tra questi due protagonisti, che si sono proprio amati davvero ti viene da pensare e forse in parte si amano ancora chissà, anche se entrambi fanno finta di no.
Lui dice “va bene così”, “va bene, anche se non mi vuoi bene, va bene, telefonami”, tra disillusione, cinismo e sconfitta, cercando di rubacchiare ancora qualche ricordo, qualche strascico di quell’amore che fu.
Lei, “bugiarda quando ti conviene” fa finta di essere lì quasi per caso, solo per fare due chiacchiere, ma lui sembra averla sgamata: “Forse stasera è una sera
che ti sentivi sola e sei venuta qua.
Non eri tu che dovevi partire e non tornare più?”.
“Distratta quando ti conviene, diresti anche che mi vuoi bene, anche se non me ne vuoi più”.
Ma torniamo al nostro ESTRO-VERSO di oggi e a questa strana sensazione di confidenza disperata. Dopo la scena del whisky c’è un solo di sax soprano che cinematograficamente ci porta fino alla scena successiva:
“Ti sei accorta che facciamo l’amore, sì?
Ti sei accorta? Sì.
E non mi dire che non lo volevi e che non lo sapevi che finiva così”.
Eh vabbè… Che film pazzesco, che regia.
Che maestro, Vasco.
E anche se era ovvio sia a loro che a noi che andava a finire in quel modo, ci godiamo comunque il colpo di scena.
Capitato in maniera talmente naturale e automatica da chiedersi ironicamente “ti sei accorta che facciamo l’amore?”. Come a dire “Ancora tu. Ma non dovevamo vederci più?”. Ma quella è un’altra storia…
Ed ecco i nostri due protagonisti rivivere quel whisky e quell’amore proprio come ai vecchi tempi.
Anche se è solo un attimo.
Solo una sera.
Ognuno poi tornerà alla propria vita, lontana da quella dell’altro.
Con solo un “telefonami” di flebile speranza al momento dei saluti.
Anzi, per la precisione, un “va bene, anche se non mi vuoi bene, va bene, telefonami”.
E noi, lì.
Presenti.
Scriviamo, firmiamo la scena.
Chi si ritrova in lui e chissà, probabilmente rimetterà a posto i bicchieri e ritornerà alla sua vita di prima.
Chi si ritrova in lei fuori da quella casa conosciuta, magari già che siamo cinematografici, camminando per la città, pure sotto la pioggia, va!
E magari tifiamo anche per loro, per il loro amore.
Ma l’unica chance che abbiamo per vederli davvero tornare insieme sta nel loro essere fondamentalmente bugiardi.
Stavolta però sembrano sinceri.
Mi sa che a entrambi “va bene così”.