Luigi Tenco – Mi sono innamorato di te (10/20)
Per questo ESTRO-VERSO ci vorrebbe una rubrica a parte, tipo ESTRO-VERSI-STORY perché ci sono dei versi che, in quanto a peso specifico nel mondo, valgono molto più di altri.
Questo è il verso dei versi, forse il più importante di tutti.
Di certo quello più citato da saggisti e conferenzieri di canzone, considerato da chiunque il simbolo dell’inizio della storia della canzone intesa definitivamente come un fatto d’arte. E, anche se “Nel blu dipinto di blu” è il brano da cui in senso storiografico si fa partire il cammino della canzone d’autore, se viceversa si dovesse scegliere un solo verso per raccontare quel passaggio epocale, sarebbe probabilmente questo.
Il motivo di tanta importanza, non è soltanto nella bellezza di queste parole, o non solo, né nella loro sottile ironia disperata, o non solo, né nel coup de théâtre con cui il verso si chiude, o non solo.
Il motivo è il senso di realismo, l’improvvisa totale adiacenza del verso con la verità del tempo. Sia in senso formale, di linguaggio, che di senso.
Archivia tutta l’ampollosità un po’ fittizia, zuccherosa e sospirosa della canzone d’amore della prima metà del Novecento, la sposta verticalmente in basso, dai romantici cieli alati del cuor, fino alla vita di tutti i giorni.
La quotidianità.
Questo fu l’incredibile lascito concettuale della cosiddetta “Scuola di Genova” tutta e di tutta quella fase della storia della canzone, questo fu Tenco tra le tante cose che fu ed è anche per questo che viene giustamente tanto celebrato in Italia. Impossibile esaurire in un post un discorso del genere.
Ma insomma, questo verso ci rimette in pari col tempo.
È una specie di ora solare.
Si rimettono al posto giusto le lancette e si sta finalmente nel qui e ora.
Si butta nel cesso lo sfasamento ridondante e retorico dei versi che c’erano fino a poco prima di questo.
E, come negli streaming di oggi, ci si mette in modalità “live”.
Da questo verso in poi, praticamente, inizia tutto.
Per questo e per moltissime altre cose ognuno di noi cantautori ha un debito imperituro con Luigi Tenco.