Samuele Bersani – Harakiri (11/20)

ESTRO-VERSI
a cura di: "PIJI"
In esclusiva per Bravonline.it


L’ESTRO-VERSO più bello del 2020, all’interno della canzone più bella del 2020, all’interno del disco più bello del 2020. E forse anche degli ultimi anni…
Tra l’altro, verso incredibilmente emblematico, testimone esatto del suo tempo. Uscì il 18 settembre quando l’OMS festeggiava e la seconda maledetta ondata ancora sembrava che potesse non accadere.
Anzi, il personale “E quindi uscimmo a riveder le stelle” di Samuele Bersani capitava proprio alla fine di quello che pareva un inferno quasi superato, con un tempismo magico, probabilmente involontario, visto che certe strategie di pubblicazione si organizzano con anticipo. Senza considerare l’incredibile coincidenza del fatto che chi usciva a riveder le stelle era anche la produzione originale di Samuele, il cui ultimo disco di inediti risaliva addirittura a 7 anni prima.
Ma in realtà questa canzone non parla affatto del nostro peggior tempo collettivo che stiamo passando, né del nuovo disco appena pubblicato, piuttosto di un fatto privato che da Samuele stesso si trasla al protagonista della canzone e che, nell’aria, era però molto traslabile a tutti noi.
Sì, perché la canzone parla di “una serie di giorni infelici” per quasi 4/5 del tempo, delle ferite del protagonista che “stava facendosi Harakiri”, che “si era aperto il mignolo di un piede” e che dai lividi che ha, guardandosi allo specchio dice “potrei dire di aver fatto lo stuntman”. Il dolore sembra essere più precisamente romantico visto che, nel primo ritornello, il nostro evita di ascoltare canzoni d’amore perché il suo cuore è già troppo pulsante e non vede in giro dottori pronti a curarlo. Dolore che prosegue nel resto della canzone, tra “bestemmie di marmo” (espressione stupenda che rende l’idea del peso specifico tonante di quelle parole), sonniferi e confini da non oltrepassare, fino ad arrivare al finale, al gran finale, che tutto ribalta.
La fine della depressione, la luce in fondo al tunnel, la Grande Guarigione.
E la meraviglia di come è descritta.
Il significativo “venne fuori vestito di bianco”. Già solo in “venne fuori” c’è già tutto, la pubblicazione del disco, la fine del lockdown che ci tappava nelle case e, restando alla vicenda, “fuori” da quel periodo buio, talmente buio da sembrare un blackout. E lui, ripulito dai mali, guarito, lindo, “vestito di bianco”, la luce che illumina il buio: “Una lucciola in mezzo a un blackout”. Come del resto sembrava questa canzone nel panorama delle canzoni che stavamo ascoltando prima di questa. Ma scusate, continuo a saltare i piani.
E poi, in questo Gran Finale, un finale ancora più bello.
Il cielo, quasi a voler festeggiare questa grandiosa rinascita, si dà da fare, s’impegna per dimostrare al nostro protagonista quant’è bella la vita, quant’è bello il “fuori” e allora gli fa un regalo, proprio un vero regalo dedicato a lui.
“Per fargli un regalo anche il cielo di colpo si aprì a serramanico”. Ovvero di scatto, come un coltello a serramanico. Di colpo, di botto, esattamente come può capitare a chi il cielo non lo vede da troppo tempo, esattamente come immaginiamo sia capitato a Dante quando uscì finalmente a riveder le stelle. Vedere il cielo che si apre così tutto insieme davanti a te, “come se spalancasse un sipario”. Il tutto torna a disvelarsi, il sipario si apre di nuovo, lo spettacolo della vita ricomincia.
Che espressione incredibile quella del cielo che si apre a serramanico, la più bella degli ultimi ottomila secoli, tipo. Vengono in mente quei libri per bambini che quando giri pagina si apre in tre dimensioni tutto il cartonato. Io lo immagino così il cielo che ti si apre davanti a serramanico. Tutto cartonato e pienissimo di stelle.
Che Maestro assoluto Samuele, quanto dobbiamo imparare tutti noi cantautori da lui.
Quanto c’è ancora da dire via canzone.
Quanto fa bene al cuore l’estro-verso di oggi.
Questo è Samuele Bersani, insomma.
Una lucciola in mezzo al blackout.
E questo è quello che voglio augurare a tutti noi.
Che accada presto di venire tutti insieme fuori da questo periodo orribile, di venire fuori da questa serie di giorni infelici.
E di venire fuori vestiti di bianco.
Il cielo, a quanto pare, saprà ripagarci.

Biografia di Piji

Cantautore romano, attivo da diversi anni nella scena italiana, Piji è stato 17 volte 1° classificato in rassegne dedicate ai cantautori e ha al suo attivo 4 partecipazioni alla Rassegna Premio Tenco di Sanremo: tra i vari riconoscimenti la Targa Tenco 2020 Album collettivo a progetto, il Premio AFI 2013 per il miglior progetto discografico, Premio Lunezia Future stelle 2010, il Premio Bindi 2009 (premiato anche come Miglior Testo e Miglior Musica), il Festival Dallo Sciamano allo Showman 2010, il Premio Augusto Daolio 2007, Botteghe d’autore 2007, il Premio L’artista che non c’era 2007, e altri tanto da essere definito nel 2011 il “giovane cantautore più premiato d’Italia”.
Con il “Piji Project” e i vari progetti paralleli (come la Emmet Ray Manouche Orkestra) ha svolto in questi anni un incessante lavoro live che ha toccato le principali rassegne italiane (Umbria Jazz, Roma Jazz Festival, Villa Ada Roma Incontra il mondo, Blue Note Milano, Verona Jazz, Pescara Jazz, Villa Celimontana Jazz Festival, Casa del Jazz, per citarne alcune).
I suoi singoli Welcome to Italy, C’è chi dice no (versione electro swing del classico rock di Vasco, apprezzata dallo stesso Komandante, pubblicata per Carosello Records/Isola degli artisti) e L’amore ai tempi dello swing (firmato con Enrico Ruggeri, con grandi ospiti nel videoclip tra cui Fiorello e Renzo Arbore) hanno conquistato la vetta della classifica jazz di iTunes.
Piji è stato tra gli ospiti ricorrenti e anche nel gennaio 2016 la piccola orchestra stabile dell’Edicola Fiore di Fiorello, ha cantato con Renzo Arbore nel programma Quelli dello Swing (Rai2) e ha tra le sue principali collaborazioni quelle con Simona Molinari, Michela Andreozzi (Piji è nel cast del suo film Nove lune e mezza), Tiziana Foschi e Max Paiella, ha duettato con Gianmaria Testa, Fausto Mesolella, Francesco Baccini, Sergio Caputo, Lorenzo Fragola, Dario Vergassola, Giorgio Tirabassi, Massimo Wertmuller, Ada Montellanico e ha scritto diversi brani per il cinema, come The Lamp of Aladdin, che fa parte della colonna sonora di Sei mai stata sulla luna di Paolo Genovese (2015).
Ha all’attivo tre libri, più di venti diverse trasmissioni radiofoniche da conduttore (condotte negli anni per Radio Città Futura e Rai International) e la partecipazione musicale in moltissimi spettacoli teatrali (tra gli altri A letto dopo Carosello, Cibami, Dunque, lei ha conosciuto Tenco?, Il punto G. Oltraggio a Giorgio Gaber, Delirio a tre, Voci nel deserto, Gaber diviso due) ultimo dei quali Non si uccidono così anche i cavalli? prodotto dal Teatro Brancaccio per la regia di Giancarlo Fares con Giuseppe Zeno e 14 attori/ballerini in scena. Lo spettacolo con musiche e canzoni di Piji ha vinto il premio “Camera di Commercio Riviere di Liguria” e ha girato diverse piazze (Roma, Genova, Modena, Busto Arsizio, Torino, Cormons) nella stagione 2018/2019. Ha all'attivo numerose direzioni artistiche nell'ambito di club live music e rassegne musicali tra cui "Torbellamusica" ovvero i giovedì musicali da lui curati nel 2015 per il Teatro Tor Bella Monaca di Roma.
Nell'inverno 2019, da Sanremo per “La vita in diretta”, Piji è stato in onda tutti i pomeriggi su Raiuno e ha suonato con la sua band diverse “metamorfosi” musicali dei brani storici del Festival. Nell'autunno 2019, sempre a Sanremo ma durante il Premio Tenco, è stato presentato il doppio cd "Io credevo. Le canzoni di Gianni Siviero" con tanti artisti come Roberto Vecchioni, Sergio Cammariere, Gigliola Cinquetti, Mimmo Locasciulli, Petra Magoni a rileggere le canzoni dello storico cantautore torinese. Piji partecipa con il brano "C'è una stella". Il progetto si aggiudica la Targa Tenco 2020 Album Collettivo a progetto.
Gli ultimi due singoli di Piji sono "Misanthropy  Village" (2019, https://www.youtube.com/watch?v=ftjtx74BEEo)  e  "Non  ho  capito  cosa  mi  capita  quando  mi  capita  che e  capita  che  capiti  qua"  (2020, https://www.youtube.com/watch?v=tdLtmk6vH2g).  

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