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Korishanti: parlando di ambiente, di speranza, di uomini sulla terra

Parlando il napoletano, il siciliano… l’italiano… parlando un po’ a tutti

Una intervista ricca di spunti interessanti e non poteva essere diversamente sfogliando le note e le pagine di un disco come “Il sogno di Greta e altre storie… ” dentro cui campeggia il singolo con Luciana Littizzetto a bandiera di questo schierarsi dentro la lotta d’amore per la Terra che calpestiamo ogni giorno. Canzone d’autore pregiata, riflessiva, evocativa, canzone dentro cui non solo la parola ma anche il suono ha la sua importanza. I Korishanti mi regalano evasione ma anche un punto fermo da cui vedere l’itero mondo attorno…

La parola per noi è fondamentale… Nel vostro caso la canzone può dirsi anche manifesto politico?
Per i Korishanti la stesura di un testo è molto importante, in quanto quello che raccontiamo nelle nostre canzoni è la visione di un mondo che condividiamo, certo è, che quando si trattano argomenti sociali come l’ambiente, la violenza sulle donne, la privatizzazione dell’acqua pubblica ecc…. un pensiero politico emerge.

E secondo voi la parola cantata può tornare a smuovere coscienze e abitudini sociali?
Crediamo che una canzone possa essere un ottimo veicolo per innescare dei cambiamenti nella coscienza collettiva, ma che poi deve inevitabilmente essere seguita dalle azioni, altrimenti resta pura teoria. La musica ha un potere immenso perché è capace di arrivare dritta al cuore della gente.

Nel video della title track (o quasi) la “Greta” gioca a scacchi… con la vita o con la morte?
Nel video de “Il Sogno di Greta” la protagonista sfida il potere del Re denaro. Rappresentato molto bene da questa boccetta di vetro con la corona come tappo, in cui all’interno c’è un liquido nero, dove si concentra tutto il veleno che respiriamo, si in questo caso possiamo dire che è una sfida contro la morte, dove il sorriso di Greta nell’ultima scena, dopo aver buttato giù il Re, dice tutto sulla speranza di realizzare un sogno a favore della vita.

“Quannu la vita chiama” è il momento intimo del disco, sempre riferendoci alle liriche. Credete dunque che ognuno è depositario e responsabile del proprio destino?
“Quannu la vita chiama” testo scritto in siciliano da Michele Campanella è un brano autobiografico dove la scelta di lasciare la propria famiglia per cercare la propria strada, è il punto fondamentale del testo, ognuno a modo suo, con le scelte che fa è responsabile del proprio destino.

Posso dire che “Terra” è il momento più alto del disco? Forse il più didascalico visto che dentro c’è tutto, c’è denuncia, c’è tutto il tema trattato ma anche la terra in tante delle sue derive culturali… cosa ne pensate?
Il testo di “Terra” è stato scritto da Franco Rapillo in arte Cico Moreno voce e chitarra della band in dialetto Napoletano, ed è una denuncia sulla condizione di vita del nostro pianeta, non solo sotto il profilo ambientale, ma anche culturale, una deriva che ci porta a sentirci sempre più soli e nella totale indifferenza.

Faber diceva che dal letame nascono i fior… Voi chiudete il disco con un titolo simile: dunque secondo voi c’è speranza per questo stato di cose?
“Fiori dal fango” anche questo brano vede la firma di Cico, volevamo chiudere l’album con un messaggio positivo che fosse di buon auspicio dopo tutte le difficoltà che abbiamo vissuto, la capacità di rinascere e rifiorire dalle ceneri di questo tempo. Si in effetti abbiamo voluto riprendere il concetto che il grande Faber aveva espresso con quella frase, in fondo riteniamo che la Speranza è la preghiera laica più meravigliosa che possa esistere.

Biografia di Redazione Bravo!

Bravonline nasce tra il 2003 e il 2004 frutto della collaborazione tra vari appassionati ed esperti di musica che hanno investito la loro conoscenza e il loro prezioso tempo al fine di far crescere questo magazine dedicato in particolar modo alla Canzone d’Autore italiana e alla buona musica in generale.

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