Si è conclusa la X edizione del Premio Bianca d’Aponte città d’Aversa – Sono un’isola.
Ha vinto Elisa Rossi con il brano Pensi sia possibile: la giovane cantautrice si è quindi aggiudicata la borsa di studio di € 1500,00 messa in palio dall’organizzazione e – in più – la targa dell’Associazione MuoviLaMusica di Alberto Salerno e Mara Maionchi.
Un premio ottenuto dall’artista riminese (romana d’adozione) grazie ad una interpretazione perfetta, intensa e coinvolgente e un arrangiamento nuovo di zecca (rispetto alla versione proposta nelle selezioni), che hanno fatto apprezzare un testo ad una prima lettura apparso fragile e che invece ha saputo alla fine mostrare la sua ingenua grazia; non è stato quindi difficile convincere la giuria tecnica e lasciarsi apprezzare anche da gran parte della giuria dei critici musicali.
Giuria che ha scelto però di assegnare il suo Premio speciale della critica (e la borsa di studio di € 1000,00) ad Elsa Martin, con Cjante, brano scritto a quattro mani con Stefano Montello.
Giovanissima, la cantautrice friulana vanta già un curriculum d’autore di tutto rispetto ed il brano in concorso – dal testo dialettale – era perfettamente in equilibrio con le sue doti vocali, confermando ancora una volta come le tante lingue di questa Italia dalle mille terre riescano sempre ad arrivare diritte al cuore della musica.
La giuria tecnica del d’Aponte deve averla pensata allo stesso modo quando ha deciso di assegnare il premio per la migliore interpretazione alla siciliana Anita Vitale e alla sua canzone Quanto Custa (borsa di € 500,00).
La campana Alfina Scorza ha invece vinto meritatamente con Suona forte la borsa di studio di € 500,00 per la Migliore Composizione ed è stata scelta da Mariella Nava per la firma di un contratto con la sua nuova etichetta discografica Suoni dall’Italia – Produzioni Musicali: una scelta adeguata perché Alfina è davvero un talento da tenere d’occhio in un futuro che le auguriamo artisticamente pieno di successi.
È stato infine assegnato il premio Miglior Testo (borsa di studio di €500,00) a Floriana Cangiano – in arte Flo – con Quale amore, brano che racconta la storia di un femminicidio e che quindi è stato apprezzato per la sua attualità.
Fuori gara – grazie alla magia commovente di una interpretazione meravigliosa – Mariella Nava ha proposto un secondo contratto ad un’altra cantautrice, già vincitrice del Premio Bianca d’Aponte nel 2009: Simona Cipollone in arte Momo ha regalato infatti al Teatro Cimarosa la sua bellissima Non ricordo, canzone dedicata alla mamma malata di Alzheimer.
E se i premi qui finiscono va però detto che il livello tecnico e la preparazione di tutte (o quasi) le concorrenti in gara era davvero buono e sicuramente tutte le artiste hanno mostrato una notevole sicurezza e capacità interpretative; tutti i brani – tranne rare eccezioni – hanno acquistato spessore e anche potremmo dire consistenza sul palco.
Vuol dire quindi che di questo premio – giunto alla sua decima edizione grazie alla direzione artistica di Fausto Mesolella ma soprattutto al coraggio, agli sforzi economici e alla caparbietà di Gaetano d’Aponte, alla delicata ospitalità di sua moglie Giovanna, alle instancabili doti organizzative di Gennaro Gatto e di tutti i volontari dell’immanente miracolo che è questa festa della musica, colorata di giovinezza, speranze, bellezza e Sud – c’è davvero bisogno in questo Paese così avaro con l’arte e la gioia.
Specie quando è al femminile.
I momenti di bellezza di questo decennale sono troppi per poter dar loro il giusto spazio, per parlare della madrina Andrea Mirò, di Elena Ledda e di Enzo Avitabile, del Papaveri e papere di Petra Magoni, e ancora di Erica Boschiero o dello strepitoso oroscopo di Chiara Morucci…
Non possiamo purtroppo rendere giustizia a tutti.
Possiamo però provare a raccontare il momento di vera magia dell’intero Festival, quando accompagnata dalla chitarra di Fausto Mesolella, la voce di Bianca d’Aponte ha salutato tutto il teatro con il suo Canto di fine inverno.
Bianca d’Aponte – talento straordinario dalla capacità e maturità di scrittura davvero sbalorditive – che un giorno d’agosto, Come Dorothy del mago di Oz, è partita con il sole… verso chi verso cosa,
non sappiamo…