Domenico Modugno – Nel blu dipinto di blu (15/20)

ESTRO-VERSI
a cura di: "PIJI"
In esclusiva per Bravonline.it


Facciamo che vi risparmio la pappardella sul fatto che “Nel blu dipinto di blu” sia considerata la canzone italiana più importante di tutti i tempi dato che è da quel 31 gennaio 1958 e da Domenico Modugno che spalanca le braccia sul palco di Sanremo che facciamo partire il calendario della canzone d’autore, o d’arte che dir si voglia. L’anno zero. Vi risparmio contesto, cause e concause, motivi e rivoluzioni. Facciamo che più o meno lo sappiamo tutti e ciccia.
Anche perché in fondo questa rubrica non è un Bignami, né un saggio, sono solo minuscole mie riflessioni sui versi più belli dei miei Grandi Maestri, quindi stavolta a mio insindacabile giudizio evito il taglio storiografico, dato che vorrei concentrarmi un minuto su un aspetto della vicenda narrata da questo testo (altra precisazione per chi si fosse messo in ascolto soltanto ora: la suddetta rubrica, contrariamente a tutte le mie convinzioni rispetto a come vada trattata la “lettura” o l’esegesi dell’opera canzone, salta a pie’ pari tutto il fatto musicale insito in un brano e ragiona esclusivamente sul fatto letterario, testuale. È sbagliato, lo so, è sbagliatissimo, ma infatti questa mini-rubrica non ha grandi pretese di divulgazione e poi la faccio gratis quindi ahò ma che davero davero? Il massimo che posso fare è condividere con voi qualche piccolo spunto su qualche verso di solo testo). Bon, disclaimer a parte e pappardelle scritte per evitare di scrivere altre pappardelle, vado al punto.

La vicenda contenuta nella canzone la sappiamo tutti, no?
Un uomo sogna di volare.
Tutto qua? E m’hai detto un piffero!
E poi non solo di volare, ma anche di dipingere se stesso di blu per mischiarsi ancora meglio col cielo.
Ed è stato detto di tutto su questo volo, sono stati chiamati in causa Freud e Chagall, fuga e sesso, liberazione e boom economico. Ma la parte di cui mi interessava ragionare è un’altra: ovvero la seconda.
Sì, perché la seconda parte non viene mai cantata in televisione, nei medley, nei Karaoke, nei pianobar e quindi nessuno se la ricorda mai, non viene mai raccontata, è sempre snobbata, ma essendo speculare alla prima è proprio importantissima. Anzi, questa è proprio una canzone in cui la prima parte dice A e la seconda dice NON A. Il ribaltamento totale è importante, anzi fondamentale.
Dopo il gran volo, dicono Modugno e Migliacci:
“Ma tutti i sogni nell’alba svaniscon perché
quando tramonta la luna li porta con sé”.
Eh, dico, sarà importante?
Il sogno si ferma.
Ma davvero di ferma?
Sì, a metà canzone. Il volo smette. E tutto sembra chiudersi malamente.
Eppure, colpo di scena, arriva l’ESTRO-VERSO di oggi.
Ovvero lui “continua” il sogno vivendo la realtà.
Wow!
Ma che davvero?
Sì!
E ti pare, pianobaristi, medleysti, che vi perdete proprio questa parte?
Il protagonista continua a sognare negli occhi di lei “che sono blu COME un cielo trapunto di stelle”. “Come”, capito? Non sta più volando. E nemmeno sta più sognando di volare. Sta vivendo la realtà.
Oddio poi quanto mi piace “trapunto”, ma tipo tantissimo. “Trapunto” è tipo la parola più bella del vocabolario intero. Vuol dire ricamato, trapuntato, cucito con lavoro di trapuntatura. Ah, che meraviglia ‘sto cielo tutto ricamato di stelle. Insomma ornato, puntellato, costellato, appunto. Trapunto. Ahhhhh che bellezza.
Ma trapunto non è il punto. Cioè, voglio dire: trapunto è il punto, ma non è il solo punto, insomma non era lì che volevo arrivare.
Volevo arrivare al fatto che il secondo ritornello (il secondo volo) è un volo metaforico.
Cioè lui dice le stesse parole, ma nel primo caso “volare oh oh” lo dice nel sogno, quindi lì è come se volesse davvero. Nel secondo caso lo dice solo in senso metaforico.
Dice “volo” come dicono i giovini d’oggi che mettono pure gli aeroplanini ✈✈✈✈. Voloooo. Capito come facciamo NOI giovini d’oggi? Come Modugno.
Insomma, riassumendo: il primo volo è onirico, il secondo metaforico.
Capito che figata?
Eppure il ritornello SEMBRA uguale, ma in realtà nel secondo caso, siamo ad occhi aperti.
Tant’è (e qui è importante che leggano i cantanti che sbajano sempre) che nella seconda parte dice “Felice di stare QUAGGIÙ”, non più “lassù”!!!!
E nel finale lo ripete aggiungendo il mitico finalissimo “con te”.
Quindi cari cantanti che fate il medley e che ci tenete a chiudere con “con te” perché è la chiusura più importante di tutte le chiusure, non potete proprio farlo se cantate solo la prima parte. Perché “felice di stare LASSÙ con te” (che spesso ho ahimé sentito cantare) non è mai esistito, sta ragazza non vola, non era nel sogno, lei era la realtà, cazzo, non il sogno.
Quindi scegliete: se avete 1 minuto di tempo televisivo (è capitato anche a me…) DOVETE OPERARE UNA SCELTA: o cantate la famosissima prima parte O cantate il famosissimo finale “con te”.
TUTTEDDUE POTETE CANTARLI SOLO SE LA FATE TUTTA.
Oh.
Mi sono tolto un peso.
Ero trapunto di pesi.
E ora me li sono tolti.
“Con te” (ovvero: FINE).

Biografia di Piji

Cantautore romano, attivo da diversi anni nella scena italiana, Piji è stato 17 volte 1° classificato in rassegne dedicate ai cantautori e ha al suo attivo 4 partecipazioni alla Rassegna Premio Tenco di Sanremo: tra i vari riconoscimenti la Targa Tenco 2020 Album collettivo a progetto, il Premio AFI 2013 per il miglior progetto discografico, Premio Lunezia Future stelle 2010, il Premio Bindi 2009 (premiato anche come Miglior Testo e Miglior Musica), il Festival Dallo Sciamano allo Showman 2010, il Premio Augusto Daolio 2007, Botteghe d’autore 2007, il Premio L’artista che non c’era 2007, e altri tanto da essere definito nel 2011 il “giovane cantautore più premiato d’Italia”.
Con il “Piji Project” e i vari progetti paralleli (come la Emmet Ray Manouche Orkestra) ha svolto in questi anni un incessante lavoro live che ha toccato le principali rassegne italiane (Umbria Jazz, Roma Jazz Festival, Villa Ada Roma Incontra il mondo, Blue Note Milano, Verona Jazz, Pescara Jazz, Villa Celimontana Jazz Festival, Casa del Jazz, per citarne alcune).
I suoi singoli Welcome to Italy, C’è chi dice no (versione electro swing del classico rock di Vasco, apprezzata dallo stesso Komandante, pubblicata per Carosello Records/Isola degli artisti) e L’amore ai tempi dello swing (firmato con Enrico Ruggeri, con grandi ospiti nel videoclip tra cui Fiorello e Renzo Arbore) hanno conquistato la vetta della classifica jazz di iTunes.
Piji è stato tra gli ospiti ricorrenti e anche nel gennaio 2016 la piccola orchestra stabile dell’Edicola Fiore di Fiorello, ha cantato con Renzo Arbore nel programma Quelli dello Swing (Rai2) e ha tra le sue principali collaborazioni quelle con Simona Molinari, Michela Andreozzi (Piji è nel cast del suo film Nove lune e mezza), Tiziana Foschi e Max Paiella, ha duettato con Gianmaria Testa, Fausto Mesolella, Francesco Baccini, Sergio Caputo, Lorenzo Fragola, Dario Vergassola, Giorgio Tirabassi, Massimo Wertmuller, Ada Montellanico e ha scritto diversi brani per il cinema, come The Lamp of Aladdin, che fa parte della colonna sonora di Sei mai stata sulla luna di Paolo Genovese (2015).
Ha all’attivo tre libri, più di venti diverse trasmissioni radiofoniche da conduttore (condotte negli anni per Radio Città Futura e Rai International) e la partecipazione musicale in moltissimi spettacoli teatrali (tra gli altri A letto dopo Carosello, Cibami, Dunque, lei ha conosciuto Tenco?, Il punto G. Oltraggio a Giorgio Gaber, Delirio a tre, Voci nel deserto, Gaber diviso due) ultimo dei quali Non si uccidono così anche i cavalli? prodotto dal Teatro Brancaccio per la regia di Giancarlo Fares con Giuseppe Zeno e 14 attori/ballerini in scena. Lo spettacolo con musiche e canzoni di Piji ha vinto il premio “Camera di Commercio Riviere di Liguria” e ha girato diverse piazze (Roma, Genova, Modena, Busto Arsizio, Torino, Cormons) nella stagione 2018/2019. Ha all'attivo numerose direzioni artistiche nell'ambito di club live music e rassegne musicali tra cui "Torbellamusica" ovvero i giovedì musicali da lui curati nel 2015 per il Teatro Tor Bella Monaca di Roma.
Nell'inverno 2019, da Sanremo per “La vita in diretta”, Piji è stato in onda tutti i pomeriggi su Raiuno e ha suonato con la sua band diverse “metamorfosi” musicali dei brani storici del Festival. Nell'autunno 2019, sempre a Sanremo ma durante il Premio Tenco, è stato presentato il doppio cd "Io credevo. Le canzoni di Gianni Siviero" con tanti artisti come Roberto Vecchioni, Sergio Cammariere, Gigliola Cinquetti, Mimmo Locasciulli, Petra Magoni a rileggere le canzoni dello storico cantautore torinese. Piji partecipa con il brano "C'è una stella". Il progetto si aggiudica la Targa Tenco 2020 Album Collettivo a progetto.
Gli ultimi due singoli di Piji sono "Misanthropy  Village" (2019, https://www.youtube.com/watch?v=ftjtx74BEEo)  e  "Non  ho  capito  cosa  mi  capita  quando  mi  capita  che e  capita  che  capiti  qua"  (2020, https://www.youtube.com/watch?v=tdLtmk6vH2g).  

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