Aver scoperto un album come “Phara Pop Vol. 1” di Daniele Faraotti, è una delle tante dimostrazioni del bello, del sublime, del metafisico. Alle parole il nostro restituisce il dono della forma che elude le regole e le aspettativve.
Ecco: ci troviamo di fronte ad un disco che non accoglie le aspettative. Dunque tra le mani sfogliamo questo doppio Lp con la delicatezza e l’incredulità, con l’atteggiamento primigenio di chi scopre qualcosa… sperando che il pregiudizio tanto caro alle abitudini, non soffochi ogni vagito di infantile entusiasmo.
Edmund Burke, nel XIX secolo, definì il Bello come ciò che è ben formato e di aspetto gradevole, mentre nel Sublime indicò quello che ci costringe a fare qualcosa e ci distrugge. Ebbene, un disco del genere, che potrà sembrare distruttivo a chi non ama le sperimentazioni, ma in realtà ci farà rinascere, non può che essere un fulgido esempio di Sublime.
Certo, si tratta di un lavoro difficile e non per tutti, da ascoltare con la massima pazienza e forse più di una volta, per assaporarlo come si deve. Ma se è vero, ricordando un proverbio cinese, che chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita, viaggiare con la musica, con la fantasia e con le emozioni, con un compagno di viaggi come Faraotti, è qualcosa di veramente straordinario. Magari, volendo spaziare con la fantasia, potrebbe trattarsi di un viaggio in nave, come quella del settimo brano contenuto nel primo disco: un viaggio per conquistare una felicità vera, destinata ai pochi in grado di entrare in questo mondo e coglierne l’intima essenza, ma senz’altro autentica; cosa ben diversa dalla felicità non allegra che dà il titolo alla traccia successiva.
In ogni caso, se volete sperimentare qualcosa di diverso dall’ordinario, che non capita tutti i giorni di scoprire né, tanto meno, di ascoltare, un album che unisce testi intellettuali e sonorità libere, fuori dagli schemi, può fare per voi; qualcosa che va ben al di là del “pop” contenuto nel titolo. Ma non posso e non voglio dirvi di più: certe ebbrezze vanno vissute e godute in prima persona.