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Paolo Conte – Appunti di viaggio (1982)

Uscito nel 1992, “Appunti di Viaggio” segna un crocevia nella carriera dell’autore astigiano. Paolo Conte si fa assorbire quasi completamente dalla cura musicale per i brani. Le atmosfere diventano più raffinate, ed è un passo in avanti verso il decennio successivo che lo vedrà alle prese con vere e proprie orchestre jazz con strumentisti di prim’ordine. Anche i testi subiscono notevoli trasformazioni, quasi per far più spazio alla preponderanza della musica, diventano testi ermetici, descrivono paesaggi e personaggi appena abbozzati, come un acquerello dalle tinte molto leggere, appena accennate, ma arriviamo qui alla vera chiave di volta del successo dell’artista, Conte sarà sempre più conosciuto per i suoi testi enigmatici, rappresenterà un modo di scrivere testi e musiche, descriverà paesaggi dai contorni offuscati storie visionarie con protagonisti descritti da uno straordinario spirito d’osservazione, questa caratteristicha lo accompagnerà per tutta la carriera e ne farà quasi un suo modo di comunicare. In una recente trasmissione radiofonica dove raccontò la sua opera spiegava: “non so se sia stato giusto spiegare le mie canzoni, se sono riuscito a farvi chiarezza tantomeglio, se sono riuscito a confondervi le idee ancora meglio.” Nel disco è contenuto “Diavolo Rosso”, uno dei migliori brani mai scritti da Conte, un capolavoro di epica dedicato al ciclista Giovanni Gerbi, che secondo le malelingue di provincia approfittava del treno per vincere le sue gare. Di fatto, il brano sembra descrivere tutt’altra cosa tranne in alcuni punti: “Diavolo Rosso dimentica la strada, vieni qui con noi a bere un aranciata… controluce tutto il tempo se ne va”, il ciclista è poi un veicolo, una scusa per descrivere la difficile vita di campagna agli inizi del ‘900; “un valzer di vento e di paglia, la morte contadina, che risale le risaie e fa il verso delle rane e puntuale arriva sulle aie bianche come le falciatrici a cottimo”. Tutto il resto dell’album è di ottima qualità, brani come “Gioco d’azzardo” con un testo notevole e qualche piccola perplessità sull’intreccio sonoro di sax chitarre e il sintetizzatore (che imperversva durante gli anni ’80), Gioco d’Azzardo è seguita da “Lo Zio”, canzone che rende caratteristico Paolo Conte, un pò come “Via con me” o “Azzurro”, piano e strumenti imbastiscono una rumba con sopra voce rauca e lunghi assoli di kazoo. “Hemingway” è un affettuoso omaggio al grande scrittore americano, la musica quì è quasi l’unica protagonista, il testo serve solo per evocare quei luoghi che lo scrittore descriveva nei suoi romanzi: “oltre le illusioni di Timbuctù e le gambe lunghe di Babalu, c’era questa strada…” Appunti di viaggio confermerà Paolo Conte come uno dei migliori cantautori del suo periodo, anche se gli occorrerano degli anni per arrivare al Conte di oggi, nel frattempo avrà connsolidatò una grande fama anche in Francia dove non poteva non avere un successo incalcolabile come autore dalle caratteristiche di Chansonnier. Massimo voto quindi per un artista che nel 1982 a metà della sua carriera era già completo e raffinatissimo.

00009945Paolo Conte

APPUNTI DI VIAGGIO

RCA – (1982)

Biografia di Redazione Bravo!

Bravonline nasce tra il 2003 e il 2004 frutto della collaborazione tra vari appassionati ed esperti di musica che hanno investito la loro conoscenza e il loro prezioso tempo al fine di far crescere questo magazine dedicato in particolar modo alla Canzone d’Autore italiana e alla buona musica in generale.

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