Nel mondo della musica ci si conosce un po’ tutti. Soprattutto tra quelli che “ce l’hanno fatta” si crea un ambiente a tenuta stagna dove al massimo possono entrare giornalisti e produttori. E’ per questo che una volta che si diventa dei “grandi” ci si libera dalle difficoltà che si presentano di giorno in giorno ma spesso ci si ritrova privati da rapporti umani sinceri e quasi sempre non si riesce a creare un prodotto di qualità.
Il mondo degli emergenti è un’altra cosa, il cantautore emergente è un artista ancora a contatto con la realtà, con la gente comune, insomma con quegli elementi necessari a creare buona musica.
Paolo Fiorucci è un artista giovane, che fa parte di quel mondo, fitto di artisti interessanti e intelligenti che i Talent Show ignorano o snobbano completamente. E in quel mondo, quell’humus di umanità di cui fa parte, può capitare di scrivere una canzone dedicata a un suo collega, Piji, cantautore come lui. Pierluigi Siciliani (Piji) è come Paolo, un cantautore emergente, anzi “esondante” visto che in pochi mesi si aggiudica ben 11 premi dedicati alla canzone d’autore e una partecipazione al Tenco 2009. quando Paolo ascolta i suoi brani ne rimane talmente attratto da dedicargli una canzone, “L’incantautore” ” Incantautore perché..” dice Paolo, “ ..cantautore è riduttivo per uno come Piji, per me fratello maggiore e maestro. Il mio vuole essere un omaggio e una continuazione di una canzone di Piji, Lentopede.” Continua Paolo, “ Lì c’era un dialogo fra il lentopede e il dj, qui fra il cantautore e l’incantautore lentopede”.
Lentopede, il brano di Piji, è l’essenza dello stesso cantautore che la interpreta, l’elogio della lentezza, la repulsione verso quel mondo ostile e vorticoso che gli gravita intorno. La metafora è esposta da uno scontro verbale (ma solo pensato) tra il lentopede protagonista che cerca di riconquistare la sua donna e un dj discotecaro che con il suo ritmo forsennato non aiuta certo il romanticismo. Per fortuna il “lentopede” ha con sè un mangiadischi portatile e può portare la sua bella a ballare appena fuori dalla discoteca.
Paolo Fiorucci parte da Lentopede per continuare a dipingere il personaggio creato da Piji e da bravo musicista antropologo ne fa un tutt’uno con l’autore. “Incantautore, sono un gambero di strada, un cantautore provinciale e da contrada, stasera ho voglia di slow, canto del cigno retrò” “Ho un mangiadischi con me, ma lei mi chiede perché non l’accompagno in discoteca dal Dj” quale analisi migliore per identificare il Lentopede e le sue ostilità con la vita quotidiana?
Per il resto, nel brano, ci sono continui riferimenti e citazioni alle canzoni e i personaggi creati da Piji nelle sue canzoni, una specie di bio/discografia condensata nei 3 minuti del brano.
Paolo Fiorucci – Incantautore
Piji – Lentopede
Paolo Fiorucci, giovanissimo (classe ’84), abruzzese, premio della critica al concorso “Augusto Daolio 2009”, sta per pubblicare un “concept” (aprile 2010); ‘Sei personaggi in cerca di cuore’ un EP di sei brani che ruotano attorno al tema dell’incomunicabilità. Per farlo si è servito della tecnica narrativa degli oggetti animati, Una notte, sei personaggi antropomorfi o a stretto contatto con l’uomo, ma non umani, prendono vita e cominciano a parlare, a dire la loro, fornendo visioni del mondo inedite dovute al punto di vista altro da cui osservano il mondo e, a loro modo, partecipano alla sua messa in scena.
- Caro capitano: la citazione de ‘L’intrepido soldatino di stagno’ di Andersen è volutamente evidente. Considero lo scrittore danese il mio modello letterario. Lo spunto viene dalle storie di quei soldati, che ignari della fine di una guerra, sono rimasti in difesa della propria postazione anche per decine di anni. Il soldatino – o meglio la vedetta – scrive una lettera al suo capitano, un bambino che un tempo giocava con lui e che non si fa sentire da un po’.
- Al di là della vetrina: durante il periodo natalizio una manichino rimane colpito da una donna che si ferma davanti al negozio e lo guarda dal suo mondo al di là della vetrina. Il manichino si innamora, la ama, le dice addio. Una storia d’amore che dura poco più di tre minuti, giusto il tempo di una canzone.
- Chi perde paga: è il motto dei giocatori di calcio balilla, nonché una legge di vita non scritta, ma operante. A parlare è un portiere di plastica dura, l’unico giocatore di biliardino senza compagni al fianco. Appare deluso dall’uomo/dalla donna che lo muove perché questi non ha stabilito chiaramente le condizoni della partita. Era soltanto un gioco o si faceva sul serio?
- Facce da documento: in una stazione di provincia una macchina per fototessere vede ogni giorno tantissime facce, ma non ne conosce mai nessuna. Ciò non basta a farla desistere dal proposito di relazionarsi con chi siede sullo sgabello per avere la propria faccia da documento.
- Penso forse sono: A parlare è uno spaventapasseri, come quello di Baum nel Mago di Oz. Solo che questo è ancor più particolare perché il suo fattore è un pittore olandese che sapeva cos’era l’incomunicabilità e che di nome faceva Vincent.
- C2/36: un vecchio inventore assembla rottami recuperati qua è là e di notte C2/36, il più umano fra tutti i robot, si alza dal laboratorio dello scienziato. Va a cercare gli uomini, ma trova il suo posto soltanto in un circo, tempio della diversità. La canzone si conclude con la consapevolezza che è stato tutto un sogno. C2/36 non è mai esistito se non nella mente di un vecchio inventore, così come i sei personaggi, frutto del sogno di chi li inventò. Potrebbe essere intesa come una canzone sulla canzone.
Riferimenti
Paolo Fiorucci – Faccia da documento
Paolo Fiorucci – Penso forse sono
Paolo Fiorucci – Al di là della vetrina