Quando ho visto la copertina del CD di Roberto Durkovic “ Strade aperte”, il mio cuore si è innamorato subito delle canzoni ancora prima d’ascoltarle. Quella strada aperta al cielo l’avevo percorsa anch’io, un luogo incantevole da andarci anche da soli. Roberto Durkovic è nato in Italia, suo padre è nato nella ex Cecoslovacchia in una città che risveglia l’amore più nascosto in chiunque ci trascorra anche solo un giorno. Le 11 canzoni, tutte belle, fanno riflettere, e la musica trainante che le accompagna attraverso le strade aperte, fa danzare sui chiodi anche il ballerino scalzo. I musicisti tzigani, incontrati nei vagoni della metropolitana di Milano hanno fatto concretizzare il progetto artistico di Roberto Durkovic con la musica allegra dei Rom, ma in questo album c’è molto di più perché le culture etniche hanno amalgamato i colori della rumba e la magia del flamenco con il tango argentino in onore del grande maestro Astor Piazzolla.
Strade aperte è il quinto CD dell’artista dai capelli rossi ed è composto da dieci canzoni inedite e una dedicata al maestro ed ispiratore Francesco Guccini: Il Vecchio e il bambino. Roberto ha fatto dei suoi musicisti un tesoro da conservare nel tempo, perché suonano con lui accompagnandolo ad ogni concerto dal 1998. Il gruppo recentemente si è allargato con i figli dei “ fantasisti del metrò “ e altri musicisti italiani, che hanno accolto con entusiasmo il progetto artistico di questo bravo cantautore e compositore.
I musicisti oltre a Durkovic – chitarra, voce e compositore – sono: Ion Bosnea – clarinetto; Massimiliano Alloisio – chitarra; Florian Albert Mihai – fisarmonica ; Davide Marzagalli – batteria e percussioni; George Bosnea – violoncello; Minel Lupu – contrabasso; Ugo Begliomini – basso elettrico; Emilio Rossi – tastiere.
I brani oltre a Strade aperte che apre con una chitarra flamenco meravigliosa, sono: Tra Aurora e Morfeo (tango argentino, la chitarra con il violino, la fisarmonica con il clarino, la batteria in tachicardia), Unica dea ( offre attimi di felicità), Dentro di me (una stupenda poesia in musica .. senza ombrello per la luna…come un cielo di velluto…mi nutro di sguardi e di saluti…per te con te), Malà Strana ( canzone molto bella e clarinetto sublime), Il vecchio e un bambino ( originale performance in onore di Guccini dal quale,Roberto ha tratto importanti insegnamenti) , Samba Rom ( strumentale ed allegra fantasia di melodie etniche e klezmer), Specchio ( molto intensa e forse la più originale), Il badante ( swing accattivante ma il testo comunica la delusione di molti extra comunitari), Nostalgie ( mi ha emozionato notevolmente..un altro vestito attillato, la sento molto), Il re della camporella (divertente realtà soprattutto con il temporale).
Ascoltare queste canzoni ti viene voglia di non andare a dormire, mi tornano in mente altri momenti facendomi rivivere i colori di una smagliante e calda giornata di settembre a Praga. Altri momenti sospesi dentro un loro denso elemento particolare che è come il tempo, ma che esiste fuori di esso.
Grazie per questa magia che fa riflettere non solo le nostre menti ma la luce dei raggi di un sole forse da tempo dimenticato.