Sardo di Arbatax e romano d’adozione, il cantautore e poeta Marcello Murru, che da 23 anni vive grazie a un trapianto di fegato (“A volte penso che è la malattia a tenermi in vita: ancora oggi vivo in compagnia dei farmaci e mi dico che nel mio caso a sorreggertmi è proprio la malattia, sono i farmaci che mi tengono ancorato alla vita, che fino a oggi è stata molto generosa con me. Quindi non posso fare altro che ringraziare. Anche se non so bene cosa o chi», dice) presenta live l’album “Diavoli Storti” scritto e inciso dopo dieci anni di silenzio (il precedente disco era “La mia vita galleggia su un petalo di giglio”, un lavoro sull’amore ma anche sulle mille sfaccettature dell’amore con tutte le possibili varianti, la perdita, l’abbandono, la sparizione, il ritorno, nel quale il cantautore ha voluto cercare di mettersi un po’ a nudo, fare i conti con se stesso), preceduto dal clip girato da Francesca Comencini e realizzato grazie al crowdfunding di un gruppo di amici.
Voce che ricorda Tom Waits e Leonard Cohen, faccia scavata, personaggio cinico, sarcastico, neorealistico, Murru descrive un mondo alla deriva che ha smarrito i sogni, che confonde i sentimenti veri con quelli esibiti, e spiega che «si vive in digitale, si muore in analogico: lo dico ed è un modo di prendermi un po’ in giro, anche se in fondo è proprio così». Dopo qualche anno di silenzio è tornato in scena per la sua apparizione nel film della Comencini “Amori che non sanno stare al mondo”, dove ha cantato il brano “Testaccio”.
“Diavoli Storti” è un disco intenso, profondo, intimo, pieno di emozioni, tutto da ascoltare, che fruga nei sentimenti con la giusta dose di rabbia. Con lui suonano il pianista Alessandro Gwis e il chitarrista Riccardo Manzi. E’ un viaggio nella vita, dai ricordi dell’infanzia ai problemi della vecchiaia, dai momenti di gioia a quelli drammatici. «Diavoli storti siamo un po’ tutti, e nella mia vita, come in quella di tanti altri uomini e donne, è accaduto di tutto. E’ un album che ha un abito di nostalgia, una propensione per la notte e per i suoi fantasmi alcolici», spiega lui. Roba di gran classe.
Parco della Musica, viale De Coubertin, auditorium.com, Teatro Studio Borgna, ore 21