Sono ormai lontani i tempi di “vita d’artista”, uno dei brani del suo primo cd di esordio, dove Cammariere raccontava delle difficoltà trovate nel perseverare la ricerca del successo nel mondo della musica d’autore italiana. Oggi quel pezzo può addirittura diventare anacronistico visti i successi ottenuti da Cammariere dopo l’apparizione e l’ottimo piazzamento nella più popolare rassegna della canzone italiana. Prima della famosa rassegna era indubbiamente difficile sperare in un risultato di tale entità visti i precedenti del festival da un ventennio a questa parte. un simile risultato puo ricercarsi in quell’avvenimento che fu di qualche anno fa, quando sul venerato podio della vetrinetta musical-popolare si piazzarono gli Avion Travel, in quella circostanza si parlò di “mano forte” da parte della giuria specializzata. Quest’anno però il giudizio è sembrato unanime, tutti d’accordo ad elogiare il novello poeta-cantautore della patria. Ma Sergio Cammariere nuovo non lo è di sicuro, la sua carriera, parte sin dai lontani anni ’80, per oltre un decennio si dedica alla dura vita del piano-bar, alternata alla realizzazione di colonne sonore. Poi comincia a comporre una serie di canzoni valide che vanno via via delineandosi con la fattiva collaborazione di Roberto Kunstler. E’ probabilmente questo il motivo e la caratteristica della “disomogeinità” dell’album. Si avverte quello squilibrio tipico dei “Greatest Hits”, tanti pezzi validi ma molto diversi tra di loro. Tecnicamente è un album eccezionale, Cammariere è un pianista capace e raffinato, le atmosfere evocano sonorità sudamericane, tornano alla memoria artisti del calibro di Art Tatum o Peter Nero. Qualche pecca emerge quando ci si sofferma sui testi, che pur adattandosi molto bene alle musiche risultano spesso elementari. La poesia esce comunque da piccoli capolavori di romanticismo, come “Cambiamenti del mondo”, dove giocano voce e violino su un piacevole tappeto jazz formato da piano, basso e batteria. Altri pezzi degni di nota sono; “Sorella mia”, brano d’apertura del disco, con la notevole introduzione di piano per le prime strofe e poi l’entrata preponderante degli altri strumenti fino ad arrivare alla conclusione del pezzo dove il piano comanda e trascina tutti gli altri strumenti in un assolo altalenante. In conclusione un ottimo album a livello tecnico/musicale, un pò meno dal punto di vista delle parole.
Sergio Cammariere
Dalla pace del mare lontano
2001 – Via Veneto Jazz
VVJ 033