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Sergio Pennavaria, senza lume nei mari profondi dell’anima

in occasione del suo concerto di venerdì 22 ottobre sul palco dell’Antica Stamperia Rubattino intervistiamo Sergio Pennavaria e proviamo ad analizzare la sua produzione artistica

sergio pennavaria

in occasione del suo concerto di venerdì 22 ottobre sul palco dell’Antica Stamperia Rubattino intervistiamo Sergio Pennavaria e proviamo ad analizzare la sua produzione artistica.
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Nel suo primo EP, Senza lume a casaccio nell’oscurità Sergio Pennavaria raccontava, con una decisa venatura polemica, le contraddizioni ed i malcelati contrasti prodotti dalla collettività.
Lo faceva interpretando la maschera di un personaggio dalle sfumature circensi, sarcastico e stralunato.
Nel suo ultimo album invece, Ho più di un amo nello stomaco, il protagonista sembra affrontare un lungo viaggio immergendosi nel profondo mare dei sentimenti umani.

8 anni di distanza separano i due lavori, e la sensazione è quella di un drastico cambio di rotta, dalla rabbia scanzonata di Senza lume a casaccio nell’oscurità ci si immerge ora in un vero e proprio album concettuale che affronta in maniera viscerale il tema dell’amore.

Un disco con il mare come tema conduttore quindi, dove l’acqua vorrebbe fare da collante tra una canzone e l’altra, ma com’è facilmente intuibile l’acqua, più che incollare, allaga le emozioni rendendole fluide e spesso non riesce nemmeno a spegnere i sentimenti più forti, lo scopriamo in “Se potessi come si fa”; “Se potessi, come si fa durante un temporale, ripararmi dall’amore che adesso piove, e non mi bagna più di gemiti e sospiri, e neanche spegne questo rogo di parole”.

Ascoltare questo lavoro è un’esperienza immersiva dunque, il viaggio subacqueo di un uomo che si cala in apnea nel mare privo della minima attrezzatura per riuscire a respirare.
Più sono profonde le sue emozioni più ci si immerge, tanto che a volte si ha paura di non riuscire più a risalire a galla.

Ci sono poi situazioni intermedie, e per un momento usciamo dall’acqua a riprendere fiato; in “Rebus” si scopre il desiderio del protagonista di voler essere al contempo libero e vicino alla realtà; “Potessi uscire da me stesso, quando mi sfiori con lo sguardo che sorride e trema, avrei di sicuro un’occasione certa per amare, e non tirarmi indietro come mi accade spesso”, si esce a tirar fiato quindi e guardando il cielo si ha voglia addirittura di volare.

In “Due parti precise di me” invece l’autoanalisi avviene dall’esterno, la dicotomia tra espressività e sensibilità compone e separa le due strofe principali della canzone: “Chissà come mai quella parte precisa di me, quella rivolta all’espressività, debba sempre, in qualche modo, riconoscersi in un’isteria” […] e “chissà come mai quella parte precisa di me, quella rivolta alla sensibilità debba sempre, in qualche modo, riconoscersi nella poesia, dove pare ci sia tutto di me.” Due facce precise della stessa medaglia che non è possibile osservare contemporaneamente ma soprattutto due parti della stessa anima difficili da addomesticare “I sentimenti restano vele, gonfie al vento legate al mare del destino”.

L’amore invisibile è una canzone sornionamente equivoca dal testo molto breve con la quale, dopo aver ripreso fiato, torniamo ad immergerci nei dialoghi interiori dell’anima.

Torna il teatro invece nel testo del piccolo capolavoro “L’amore nell’armadio”, dove Pennavaria sogna di diventare una gruccia “Come gruccia mi si piglia dalle spalle, ed ho la testa che è un punto di domanda”.

Estremamente divertente il testo e l’arrangiamento musicale de “Il palamito” che in poco più di tre minuti ripercorre con accenni e citazioni tutte le 11 canzoni dello stesso album.

Dal teatro canzone alla canzone d’autore più classica ed elegante; Ho più di un amo nello stomaco è un album completo realizzato con cura estrema.

La geografia dei testi compone gradualmente la mappa di un mondo interiore capace di coinvolgere già al primo ascolto, mentre gli eccellenti musicisti che hanno suonato nel disco compongono una tessitura sonora che spazia tra jazz e musica etnica.

sergio pennavaria

Ed eccoci all’intervista:

Alessandro:
Sergio Pennavaria, nella recensione scritta per bravonline.it poniamo l’accento sulla tua versatilità sottolineando la tua grande capacità nell’interpretare il personaggio polemico e sarcastico di Senza lume a casaccio nell’oscurità quanto quella di sondare la tua anima fino a creare un album intimo e profondo come Ho più di un amo nello stomaco. Le diverse anime che scopriamo nei due dischi sono davvero “Due parti precise di te” per citare il titolo di una tua canzone?

Sergio Pennavaria:
Tutti siamo in fondo un insieme di ritagli di esperienze che negli anni abbiamo incollato l’una con l’altra non credi?

Negli anni di Senza lume a casaccio nell’oscurità la rabbia e la non accettazione di una società sollecitata da un potere palesemente corrotto a spingersi oltre una sana e naturale ovvietà giungendo al goffo e al paradosso. Quello fu il periodo anche nel quale feci convergere più linguaggi artistici in un unico nucleo espressionista e quindi dal segno, passando per la mimica giungendo al modo di cantare e alle situazioni travolgenti e spiazzanti delle liriche, il tutto tradotto in nevrosi, follia, esaltazione.


Alessandro:
A proposito di “Due parti precise di me”. La canzone è davvero è un discernimento dicotomico sulla tua personalità? E di chi parli quando scrivi “Solo lei mi capisce… o forse no”?

Sergio Pennavaria:
È una canzone d’amore e la lei o essa che dir si voglia è l’arte.


Alessandro:
Abbiamo notato che l’arte, oltre all’amore, è sempre presente nelle tue canzoni, in effetti tu hai fatto studi artistici, sei maestro d’arte e attualmente lavori come formatore di ragazzi con disabilità.
Quanto queste esperienze sono entrate a far parte della tua produzione artistica?

Sergio Pennavaria:
L’arte è il mio linguaggio, la comunicazione, l’esigenza di restare aggrappato al sogno e non farmi risucchiare dal vortice di certe disumane bruttezze.
L’arte è quel volo che condivido quando posso con chi è straordinariamente diverso da me e da molti di noi. Loro i miei ragazzi volano..e lo fanno con gli occhi mentre ti guardano.


Alessandro:
L’incontro tra i vari musicisti che hanno suonato in Ho più di un amo nello stomaco ci sembra davvero un sodalizio artistico, è qualcosa che si avverte nel disco, anche durante la registrazione dell’album era presente questo stato di grazia?

Sergio Pennavaria:
Tutti i musicisti che hanno suonato nell’album sono ARTE ed io mi sento tanto fortunato. Sì, era presente questo stato di grazia.


Alessandro:
Dopo aver sondato le profondità dell’animo umano come pensi di orientare le tue prossime produzioni musicali?

Sergio Pennavaria:
Ad un tratto mi è venuta voglia di leggerezza..Un anno fa scrissi qualcosa per il terzo album, qualcosa di veramente intimo e profondo, una sorta di confessione. Ho deciso che molto di quel lavoro lo metterò da parte per far spazio ad una immensa esigenza di spensieratezza.


sergio pennavaria
SERGIO PENNAVARIA dal vivo, venerdì 22 ottobre all’Antica Stamperia Rubattino
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Biografia di Alessandro Calzetta

Alessandro Calzetta (Roma, 1971) è un appassionato di musica e canzone d’autore, direttore del web magazine Bravonline.it, grafico pubblicitario e webdesigner di professione. Fa parte della giuria del Club Tenco.
e.mail: info@alessandrocalzetta.it

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