Chi è Vincenzo Faustinella?
Vi rispondo subito: è un uomo vero, un poeta, uno scrittore, un cantautore, un sociologo serio e un giornalista pubblicista. Dal 1983 ad oggi, ha realizzato importanti percorsi nel sociale, nell’editoria, nel teatro, presso la televisione privata e la radio. Vincenzo Faustinella è un appassionato di fotografia e di pittura, è Cultore della vita e collabora alla Cattedra di Storia Contemporanea della Facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Roma ” La Sapienza” e svolge attività di ricerca sociologica.
Le decisioni in sospeso è un libro di Poesie e Canzoni che Vincenzo Faustinella ha scritto ispirato da storie infernali, conosciute o vissute in mezzo alla gente, all’interno di una Comunità a Monza, in mezzo ad emarginati di questa società ammalata. Ma ne ha sritto degli altri, il primo libro esce nel 1985 ( La rabbia ignota ) e nel 1986 riceve un grande tributo in un concerto dal vivo da Francesco Guccini che gli dedica la canzone “Il vecchio e il bambino” e durante una colonia estiva dell’ANFAS di Roma a Sabaudia, realizza un ritratto di Antonella Ruggiero che era venuta a visitare la colonia e glielo dona.
Ho aperto il libro che è stato pubblicato dall’autore e stampato per il Gruppo Editoriale L’Espresso ed ho percepito immediatamente che quest’uomo al di là della sua ricerca sociologica ed attraverso la sua esperienza umana, riesce a percepire emozioni derivate da queste storie infernali e a trasmetterle comunicando con poesie, poi diventate canzoni. Alcune di esse sono la realtà che ognuno di noi vive, ha vissuto e probabilmente vivrà. Storie diverse tra loro ma che s’intrecciano incredibilmente, perchè il dolore si confonde con l’inquietudine, non sono sogni, ma le nostre storie di vita che ci sfiorano, ci fanno soffrire, ci uccidono. In mezzo al dolore e all’inquietudine, il Poeta trova una speranza di rinascita attraverso la musica che anche a mio avviso è forse la medicina terapeutica più vera e reale. La musica risveglia, ti fa pensare, ti emoziona, ti turba, t’innamora , ti guarisce e soprattutto non ti abbandona mai.
Pensiero (1985)
Forse sarà il destino a volere tutto questo.
Riuscire a creare quando si sta male
e con le ossa rotte. Con le mani intorpidite
dal freddo e la gola che brucia ad ogni respiro.
Che gioia poter dire che non è gioia,
altrimenti il rammarico sarebbe tale
da farmi stare ancora troppo male.
I giorni vissuti nel dolore sono succhi
di vita spremuta, segnali del tempo
e della riflessione su ogni sentimento.
La profezia diventa allora realtà,
diversamente dai primi bruciori simili,
incompleti, d’una adolescenza
dove tutto tace e niente e nulla
ci spaventa ancora.
Se si staccasse un pezzo del mio corpo
indolenzito, forse raggiungerei dritto
filato la soglia del mio Paradiso,
quello dei disgraziati.
Che pur di smettere di soffrire
sarebbero capaci di uccidere
chi già, davanti a loro, agonizza
e sta per morire. E che invece non vuole.
Perchè la vita gli ha dato una
gioia pari al dolore.
Sarà ingiusto per voi, però l’ha meritata.
E forse merita ancora più degli altri, se è vero
che così vuole il destino che dentro cova.
La creazione è rinascita e immortalità
assieme. Di sicuro è il seme d’una vita nuova.
La generosità ormai viene premiata poco
e nulla conta averla. Per questo i disgraziati
sono aumentati, insieme a chi chiedeva
d’essere tali e amati. anche se a loro, nessuno,
rispondeva di possederla