Posso dirlo? Sono molto orgoglioso.
E molto contento.
Le scommesse erano tante e piuttosto ambiziose, qualcuno avrebbe detto “suicide”: trasformare un teatro in uno studio di registrazione e portarcelo in giro, proporre brani non solo inediti ma ancora in fase di scrittura, inventarne altri praticamente sul momento, creandoli dal nulla sul palco stesso e davanti al pubblico, scegliere una scaletta così intensa e particolare, raccontare così tante storie, permettersi il lusso di fare anche uno spezzone di “vero” teatro, dividere lo spettacolo in due atti e ritrovarsi a superare costantemente le tre ore di durata, con la sensazione che chi è davanti non se ne andrebbe mai.

Il risultato – sì, adesso posso dirlo – è probabilmente lo spettacolo più bello che io abbia avuto la fortuna di realizzare fino ad oggi.
E il merito, ovviamente, è di tutti quelli che sul palco e dietro il palco hanno condiviso le stesse scommesse con uguale fiducia e passione.Grazie.
Salvo imprevisti… ne riparliamo a fine tour.
Daniele Silvestri