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Da vento a vento: Parole in primo piano.

I Favonio cantano le poesie di Alba Avesini

Di Elisabetta Malantrucco

Questa che raccontiamo su Bravo! è innanzitutto e soprattutto una bella storia. Una di quelle che senza un inizio hanno una fine fortunata, quelle storie fatte di incontri, di casi, di atmosfere (soprattutto quelle), di affinità e ricordi, di altre storie che si incontrano nel tempo e negli spazi.

Una bella storia che si è compiuta con l’uscita dell’album Parole in primo piano del gruppo Favonio, con i testi tratti dal volume di rime Poesie e filastrocche di Alba Avesini.

Ma andiamo con ordine.

Cominciamo quindi col parlare dei Favonio, band foggiana – composta da otto musicisti (Paolo Marrone voce, Mimmo Petruzzelli sax, Lucio Pentrella chitarre, Giuseppe Guerrieri batteria, Giovanni Mastrangelo basso, Stefano Capasso tastiere pianoforte e fisarmonica, Piernicola Morese percussioni, Antonello Del Sordo tromba) – con all’attivo due album già usciti (2008 Favonio, 2012 Brutto di faccia e brutto di cuore) e un mondo musicale che si muove in libertà tra jazz, funk e canzone d’autore, probabilmente come il favonio che è un ‘vento di caduta caldo e secco che si manifesta quando una corrente d’aria incontra una catena montuosa, perdendo così parte di umidità. A Foggia, città natale di tutti i componenti dei Favonio, si presenta quando c’è libeccio’ come ci ha spiegato Paolo Marrone:

​‘Quando io e Mimmo Petruzzelli cominciammo questo percorso, volevamo entrambi dare un nome al gruppo che non si allontanasse dalle nostre radici ma neanche ostentasse la provenienza. Avendo scritto tra i primi brani Vento di favonio, pensammo che Favonio comprendesse in sé tante motivazioni del nostro mondo umano e professionale. Nel senso che siamo mossi nel privato e nel pubblico a cercare qualcosa che animi prima di tutto noi stessi e poi, a seguire, gli altri. Il vento è una giusta metafora di quel che pensiamo del nostro lavoro: cercare di scrivere canzoni con senso e consapevolezza affinché ognuno possa poi appropriarsene e sentirle proprie. Certo, il favonio è anche molto fastidioso: un fuoco che ti avvolge e non ti fa respirare. Questa connotazione credo ci rappresenti: calore che a volte protegge, a volte respinge, ma certamente mai è indifferente’.

È vero: indubbiamente – pensiamo in particolare a Brutto di faccia e brutto di cuore – nel sound della band pugliese qualcosa ispira e qualcosa respinge, qualcosa accompagna e qualcosa strattona malamente.

Non è però quello che accade all’ascolto di Parole in primo piano, che invece – tra una bossanova e una atmosfera jazz (questo è infatti un disco soprattutto di atmosfere) – non perde mai la delicatezza, o per meglio dire, la grazia di quel mondo femminile da cui prende ispirazione.

Il mondo di Alba Avesini, autrice, traduttrice, operatrice culturale e soprattutto donna col dono della parola scritta, quella che trasforma in poesia il pensiero, le idee abbozzate, un sospiro, una folata di vento, la curva di una spalla in primissimo piano.

Una ‘poetessa in incognito’ – come racconta il marito (e direttore artistico del Club Tenco) Enrico De Angelis – che non amava affatto l’idea che qualcuno scoprisse la sua abitudine di riempire quaderni e fogli di versi e rime. Al punto di attribuirle e ‘farle firmare’ (lo scopriamo dalle riproduzioni dei foglietti originali sul libretto del disco) a Brel, a Lauzi, a Gino Paoli. Ma c’era di sicuro anche dell’altro; di certo un gioco con se stessa e anche – forse – l’idea di immaginarle cantate.

E così, quando a dieci anni della sua scomparsa De Angelis e l’amica Francesca Rizzotti decisero di pubblicare una raccolta di questi versi e qualche tempo dopo ne regalarono una copia ai Favonio non poteva che accadere – passando da vento a vento – l’inevitabile: che questi versi venissero cantati.

Proprio per questo ci piacciono molto questa storia e questo disco, con tutte le sue imperfezioni, che lo rendono in realtà ancora più vero e perciò godibile; ci piace che la poesia si incontri con la musica, che la cultura si incontri con l’idea, che l’amicizia comprenda l’amore, che il passato si trasformi in presente. Insomma è un po’ come quando l’arte e la vita si capiscono.

Devono aver pensato qualcosa di simile le signore della canzone italiana che hanno voluto cantare con i Favonio in questo album: Alice, Rossana Casale, Patrizia Laquidara, Petra Magoni, Margot, Giovanna Marini, Momo, Erica Mou e Paola Turci.

A conclusione di questo racconto vogliamo in particolare elogiare la freschezza di Un libro un disco, l’infinita liricità di Elegia , la perfezione di Parole, la potenza di Vattene ansia.

Chiude il disco una cover de La canzone dei vecchi amanti: un omaggio dei Favonio alla Avesini, con uno dei suoi brani più amati, suonato anche al suo matrimonio… un mazzo di fiori galante ad una raffinata signora che scriveva poesie (e a chi invece scrive questo pezzo resta solo il desiderio di poterle leggere tutte, prima o poi, magari immaginandole cantate, ancora, da qualche artista della sua fantasia…)

FAVONIO

PAROLE IN PRIMO PIANO.

Testi tratti da ‘Poesie e Filastrocche’ di Alba Avesini

le foto del libretto del disco sono di Renzo Chiesa 

TRACKLIST

  • 1)    Un libro un disco
    Con la partecipazione di Rossana Casale
  • 2)    Appoggiati ad un muro
    Con la partecipazione di Erica Mou
  • 3)    Elegia
    Con la partecipazione di Paola Turci
  • 4)    Eternità
    Con la partecipazione di Alice
  • 5)    Sul viale M.C.
    Con la partecipazione di Patrizia Laquidara
  • 6)    Parole
    Con la partecipazione di Margot
  • 7)    Funghi
    Con la partecipazione di Petra Magoni
  • 8)    Un pianoforte
    Con la partecipazione di Momo
  • 9)    Vattene ansia
    Con la partecipazione di Giovanna Marini
  • 10) La canzone dei vecchi amanti

 

 

 

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