“Solo dal vivo”. Titolo e condizione. Di nome e di fatto diremmo noi. Un disco che Carmelo Pipitone pubblica oggi decidendo di dare un manifesto eterno al suo suono, una fotografia che immortali quello che è stato il suo tour in acustico, da solo, per due anni, per il nostro paese. E non è solo il suono ma anche la forma a cambiare, a ripescare nuove soluzioni per quei brani che abbiamo imparato a conoscere dentro i dischi suoi e nello specifico parliamo di “Segreto pubblico” e “Cornucopia”. E come da copione indaghiamo da vicino, la sua parola, la sua penna, il suo modo di stare in scena…
La parola. Per noi torna ad essere un vero elemento sardine. Per te? Che rapporto hai con la parola?
“Le parole sono bolle d’aria che si formano sotto la lingua” (“Sei Dicembre” – Marta sui tubi). Già dai tempi dei Marta giocavamo con il senso delle parole. L’importanza e il peso che hanno, dalla nascita alla loro destinazione, sia che siano figlie di un lampo, o di lenti traghettatori.
Che poi a te riconduco sempre un suono che cerca nuove forme e nuovi vocabolari… per te è quella la “parola” cardine?
La parola è il suono. Spesso quando scrivo immagino quale possa essere la giusta melodia, giusta per me ovviamente e mi sorprende ogni volta constatare che quasi non c’è differenza tra la musica e il concetto che vuoi esprimere. È come se le due cose si fondessero insieme per formare una sorta di illustrazione multidimensionale a cui è facile accedere.
Solo. Dal vivo. Che dimensione è stata per un artista che forse nasce e semina le prime cose in band? E se ci fosse una band dietro? Pensi che un disco simile poteva aversi? E in che modo?
Quando suono è come se non fossi mai realmente solo sul palco. Ho sempre la sensazione di essere coperto da un batterista e da un bassista. Prima della pandemia avevo anche messo su un trio col quale saremmo dovuti andare in giro per promuovere Segreto Pubblico, mio secondo lavoro in studio. Poi le cose sono andate diversamente, come tutti ben sappiamo e ho scoperto che non puoi aspettare sempre il momento giusto per fare le cose, quindi mi sono lanciato da solo in questa avventura davvero entusiasmante. P.s.: non è vero che sono da solo, c’è Gianmaria Spina (fonico) e La fabbrica etichetta indipendente alle mie spalle ma shhhhhh!
E lungo la via, hai raccolto nuove canzoni o nuove “parole” per il futuro?
Sto lavorando al mio terzo album in studio, in realtà è quasi chiuso ma dovrò aspettare qualche mesetto prima di pubblicarlo e ovviamente non vedo l’ora. Credo sia il mio disco più…
Scusa mi manca la parola 😁