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Tiberio Ferracane: l’eleganza della “Magaria”

Bravonline.it intervista Tiberio Ferracane in occasione del suo ritorno discografico con “Magaria”

Tiberio Ferracane concerti
Tiberio Ferracane

Un disco prezioso quello che segna il ritorno in scena con inediti in studio per Tiberio Ferracane. Si intitola “Magaria”, disco di vita e di incontri, di nostalgie e di ricordi che hanno seminato l’arte e i suoni del cantautore siciliano ormai di stanza a Torino. Un disco ampio che spolvera le belle sensazioni acustiche di quel modo francese di pensare alla canzone d’autore, tinto di jazz e di world, dentro cui richiamare alla mente l’amore vissuto, quello perduto, la distanza, la famiglia e tanto altro ancora. Opera dedicata al musicista marsigliese Philippe Troisi che tra l’altro, oltre agli inediti, destina metà della track list anche a interpretazioni personali di belle canzoni della nostra tradizione e del suo passato da ascoltatore, da Modugno a Celentano, aprendo e chiudendo l’ascolto proprio con brani dello stesso Troisi, venuto a mancare proprio a ridosso della produzione. “Magaria” che significa anche magia, magia della vita stessa che mescola le carte e le gioca nel suo rituale di casualità che somigliano qui a meravigliose ballate d’autore, eleganti, raffinate e decisamente classiche nel suono e nella forma.


“Magaria” è un titolo magico. Quanta spiritualità dentro questo disco… posso chiederti perché?
Sai, parte tutto in realtà dalla parola stessa “Magaria”, più la ripetevo e più mi faceva immaginare, mi spingeva oltre. Poi ricordavo antichi racconti di mia madre, racconti popolari. Raccontati in più lingue, da estrazioni diverse, culture diverse (siciliana, araba, francese) ma sempre con quest’aria di mistero. La spiritualità naviga sicura nella memoria, basta lasciarla andare, c’è sempre vento a gonfiare le vele e quando non c’è, usiamo la memoria.


Tanta parte di questo suono attinge ad un classico che in Italia ascoltavamo negli anni ’60, forse anche prima… di sicuro dopo ha preso derive anche di moda. Cosa ne pensi e come mai arrivi a queste direzioni?
Questa storia, la storia raccontata in questo disco ha radici lontane, comincia a fine dell’800 con i primi siciliani che andavano a lavorare in Tunisia, chi come contadino, pescatore e la maggior parte a costruire la ferrovia. La storia di questa comunità (i siciliani di Tunisi) s’interrompe negli anni 60 quando molti rientrarono come profughi in Italia e molti altri andarono a cercare fortuna in Francia, erano tutti almeno bilingue e conoscevano bene la cultura francese. Ecco perché i suoni, le atmosfere richiamano il mediterraneo con tutti i sapori, profumi e suoni che esso contiene.


Tanti classici anche dentro la seconda metà del disco. Canzoni famose ma anche belle chicche d’autore. Sono canzoni tue, canzoni di vita… perché hai sentito il bisogno di farle tue in qualche modo?
Avevo bisogno di inserire una colonna sonora a questa storia, c’erano canzoni che viaggiavano letteralmente nella mia memoria, nella mia storia. Modugno era il cantante che per gli italiani all’estero aveva quasi un profumo di riscatto, Serge Reggiani italiano naturalizzato francese raccontava con “L’italien” la difficoltà non dell’immigrazione ma quella del rientro come immigrato. La perdita dell’identità. Altre come “Storia d’amore” di Celentano perché l’adoro, cosi come “Franco Califano”.


E restando su queste, hai pensato anche di rivederne in qualche misura la struttura o le intenzioni? Oppure sei stato un esecutore attentissimo nel rendere merito all’originale?
Ho cercato di essere molto attento alle strutture e alle intenzioni, anzi ho cercato in molte di loro di renderle vestite di pochi suoni, sono così belle, perfette in armonia e melodie che davvero bisognava solo cantarle al meglio, con la propria personalità.



Parliamo dei suoni di “Magaria”. Molta contaminazione anche balcaniche a volte… come li hai raggiunti e come li hai anche cercati?
Io, come ho detto, ho raccontato una storia che viaggia in una rotta all’interno del Mediterraneo, con culture che a casa mia erano presenti nella lingua, nel cibo e nella musica, letture e cinema. Ho saccheggiato la memoria!
Infine c’è stato un incontro particolarmente potente, quello con Philippe Troisi, musicista marsigliese di chiare origini italiane da poco scomparso e a cui ho dedicato il disco. Lui aveva tra le dite tutta la musica jazz manouche, flamenco e blues, i suoni li ho cercati li, con Philippe, grazie a Philippe.


Nel tempo digitale di oggi? L’elettronica come dialoga con Tiberio Ferracane?
Io amo il digitale, non fatevi ingannare dalla ricerca quasi live dei suoni di questo disco, voluti e fortemente cercati. Io adoro anche la musica elettronica (Jean Michel Jarre, Kraftwerk e altri, sono stati di forte ispirazione per me) e ho un ottimo rapporto con il digitale tutto, ho la linea internet da quando non c’erano ancora i motori di ricerca! Mi affascina cosa ci riserverà il futuro come innovazioni ed altro.



Dal vivo? Come, quando e soprattutto con chi…?
A breve ci saranno le date dei primi concerti in cui presenterò “Magaria”, i musicisti saranno quelli che hanno lavorato nel disco, ma non escludo anche concerti pianoforte e voce
Seguitemi sui social se avrete piacere di ascoltare i miei live

Biografia di Redazione Bravo!

Bravonline nasce tra il 2003 e il 2004 frutto della collaborazione tra vari appassionati ed esperti di musica che hanno investito la loro conoscenza e il loro prezioso tempo al fine di far crescere questo magazine dedicato in particolar modo alla Canzone d’Autore italiana e alla buona musica in generale.

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