Per Tizio Bononcini non ci sono dubbi: tutto il mondo è uno spettacolo “osceno” ed è così che tra allegorie bizzarre, trucchi e parrucchi, va in scena una canzone d’autore dalle spine velenose. Si ride, ci si sorprende… ma si riflette anche dentro questo nuovissimo disco dal titolo emblematico “Tutto il mondo è un palcOSCENO” uscito per Esagono Dischi. E la sua formula è vincente non solo dal punto di vista estetico/melodico (ottima produzione dei video che vi consigliamo di raggiungere – cliccate qui), quanto anche per il suo modo di sagomare i testi creando spesso un cortocircuito tanto caro alla comunicazione di Gianni Sassi: criticare qualcosa celebrandola come fosse da difendere. E non è solo l’ironia a farla da padrone: Tizio Bononcini colpisce nel segno anche quando sposa metriche decisamente più riflessive come nella splendida “Mischiacolore”, fresco fresco di pubblicazione con un video ufficiale sempre ottitamente realizzato. Insomma: raffinato, elegante, pop e decisamente intelligente. Un disco che merita attenzione…
Una penna affilatissima. La condizione dell’uomo messa alla berlina. Un disco politico, un manifesto… o cosa?
Ecco sì, preferisco pensare più ad una presa in giro della società (con anche un po’ di affetto), piuttosto che ad un manifesto politico. Non amo fare slogan e non sono un granché come combattente. Ma mi piace usare l’iperbole come una lente di ingrandimento per evidenziare e prendermi gioco delle cose che vedo in giro e di cui, talvolta, faccio pure parte.
Più che una penna affilata diciamo matita temperata!
La parola come la scegli? Scelta di estetica del suono, del significato, delle mode quotidiane… come ti comporti?
Del significato certo, ma anche tanto del suono. A volte la ricerca del suono mi porta ad andare in una certa direzione di significato. Oggi le canzoni hanno tantissime parole, soprattutto nel rap. A volte i contenuti sono interessanti, ma spesso sento poca musicalità nelle parole e ci resto male. Io su questo sono abbastanza severo con me stesso: le parole devono suonare. Rime, assonanze, consonanze, allitterazioni. Devono avere ritmo.
L’immagine è decisamente importante per te… i video sono sempre ottimamente realizzati. Una scelta dettata da cosa principalmente?
Beh, credo che un progetto artistico non possa essere fatto solo di musica e belle canzoni. E’ una cosa più complessa, soprattutto oggi. Facendo l’antipatico parallelo in ambito merceologico, non penso che l’immagine e i video rappresentino solo il packaging del prodotto canzone. Penso siano parte integrante del prodotto. Così come la messa in scena live. Non casuali, sempre coerenti, nei limiti dei mezzi a mia disposizione. Anche per la copertina dell’album ho voluto coinvolgere un creativo per realizzare un “vestito sartoriale” al progetto.
Tutto sto discorso… ma poi alla fine la verità è che a fare i videoclip mi diverto un sacco!
Tizio Bononcini quanto somiglia all’uomo che sei ogni giorno? Qualcuno pensa ai moniker e ai ruoli dello spettacolo come maschere per fare quel che normalmente non si ha il coraggio di dire…
Il mio “moniker” è poi roba da poco… poco dissimile dal mio nome. E’ come mi hanno sempre chiamato i miei amici a scuola. Tizio. E mi chiamano così anche mio padre e mia figlia grande, di solito per sfottermi… “fare quel che normalmente non si ha il coraggio di dire” è poi la quintessenza del teatro, no? Interpretare personaggi e ruoli e dire cose che nella realtà non si direbbero mai, al solo scopo di raccontare. Il concetto di maschera per me è basilare: un brano che credo non toglierò mai dalla scaletta dei miei concerti è proprio “Arlecchinata” del mio primo album. Mai sentita?!
Tizio Bononcini è praticamente uguale alla persona che sono ogni giorno. Forse sul palco sembro più deciso. Nella vita sono di un’indecisione cronica, al limite del patologico. Sto pensando di scriverci su un pezzo…
Secondo te un brano come “Notiziario”, arriverà o resterà nel limbo dei tanti?
Aaaaah, bella domanda. Intanto, come dico sempre, Notiziario non è una canzone ma un’installazione. Per “arrivare” arriva, violentemente anche. Qualcuno si è pure incazzato. Vuol dire che arriva. Ma il limbo è una voragine enorme.
E dopo aver visto “Uomo Macho”? Secondo te che cosa resta alle persone del 2023 vittime e schiave dei reel di pochi secondi?
Spero resti un sorriso. E lo spunto per un pensiero autocritico. Eh, esprimere concetti complessi in pochi secondi è difficile. Si può solo tentare di stuzzicare la curiosità con pochi secondi e sperare che questo porti ad un approfondimento più complesso.
Penso che affrontare temi anche “pesi” ma con ironia possa aiutare a superare lo scoglio dell’arco d’attenzione di pochi secondi. Non posso prescindere dal parlare di qualcosa che mi interessi, nelle mie canzoni. Altrimenti non le scriverei. Sono temi di cui parlerei a tavola con amici. Anche un pezzo meno impegnato come “souvenir” – la fotografia dei momenti in cui ho conosciuto mia moglie – è una canzone leggerissima, ma racconta di momenti buffi che potrebbero tener banco allegramente in una tavolata di amici.