Esiste un punto fermo nel discorso e poi una lunga serie di derive per niente prevedibili. Il punto fermo è questa voce che recita e che canta, che sa curare la dizione ma ancor più l’intonazione giocando con glissati e volute dal forte retrogusto jazz… si sente l’anima dentro gli angoli decisamente blues di questa ragazza, attrice, cantante, nata a Genova da madre italiana e padre Sud sudanese e che per la cronaca discografica si fa chiamare Altrove.
Ed ecco la deriva: altrove poi significa anche cercare suoni altri, forme altre. E se sin dalla iniziale title track del disco, “Tossica Animica”, le sentiamo belle quelle percussioni e quel certo calore spiritual che arriva dall’Africa, notiamo subito la padronanza della voce nel girare a piedi scalzi e con comodità dentro la scrittura melodica che certamente non cerca soluzioni lineari e accomodanti…
E poi avanti così lungo un viaggio di libertà espressiva di belle sensazioni leggere e di scritture aperte e ricche di aria, come accade dentro i riverberi di “Ai margini” (e se questa chitarra acustica avesse occupato una scena più imperiosa non sarebbe stato più bello?)… e che bella questa progressione ricca di carattere e di blues sotto pelle… e che belli i cori che sanno di spiritual nero di pelle. E poi “Miele” che inneggia a quel gorilla di Brassens, almeno nei primissimi battiti iniziali delle strofe… e di nuovo le percussioni e gli ostinati della scrittura fanno la differenza. Spensieratezza di giornate di sole e di un retrogusto vintage di un’America anni ’60 dentro “Vai a…”, si c’è anche questo e non siamo neanche a fine del menù!!! E poi via verso un altro momento di voce assai preziosa, fatto di organze metropolitane che provengono da qualche cult americano di ghetti austeri di anni fa: siamo nelle pieghe di “Ispiration Love Blues” portata in auge da un magistrale giro di basso che determina tutto il sapore del brano e si contrappone alla liquidità della voce che sguiscia via da ogni incastro e si fa bella. Sosta nel viaggio: da questo momento in poi incontreremo spesso la voce di Altrove impegnata in sorte di “spoken words”: poesie ricamate e declamate e poi sonorizzate come in “La Terra all’Umano”. E qui un poco il lavoro si fa fragile: attrice si ma forse il mio orecchio avrebbe voluto una maggiore cura del ritmo nella struttura del testo, un’espressività decisamente più importante e un suono di voce meno urticante nelle alte frequenze che quasi infastidiscono le sibilanti. E la magia torna con “Radicando”, la poesia si musica e si canta con un modo ancestrale, etereo, psichedelico come tutto il resto del brano… lasciando una coda concitata di taranta che ovviamente non potevamo assolutamente prevedere. Di nuovo lo spoken words dentro “Vivere di Arte”, e di nuovo le fragilità di sopra aggiungendo a quelle anche una lunghezza e una corposa filosofia del testo che rischia di appesantire e distrarre il tutto…
Ma il disco finisce con la magia che Altrove sa regalarci e ha saputo farlo fino ad ora: “Ninna nanna” è un canto di montagna, un canto di quartiere di pietra, di popolo semplice che vive di terra, è qualcosa di prezioso e di antico che tanto bene starebbe in mano ad una voce antica come questa scrittura.
“Tossica Animica” è un disco importante per essere un esordio, un disco di parola e di società, un lavoro di grande voce e di mestiere pulito… e un plauso anche al coraggio di cercare se stessi, di emancipazione dalle cose battute degli altri. Sono temi forti che Altrove celebra ampiamente in un disco che ha davvero tanto da dire. Per ora il lavoro è disponibile in formato fisico: arriverà negli store digitali quanto prima.