MilanoBabilonia è il disco che segna la maturità artistica di Folco Orselli, l’etilico bohemien milanese che gli avventori dei club del Nord Italia già ben conoscono da qualche anno.
Un disco enorme, vorace, straboccante. L’ Apocalisse secondo Folco. Ma qui il tono profetico lascia il posto a quello non meno inquietante della cronaca metropolitana.
Il primo sigillo è rappresentato da La fine del mondo ed ecco la prima Bestia liberarsi da ogni catena e azzannarci direttamente al volto, scura e rapace, pronta a divorare tutto.
C’ è una visione babelica e bastarda che esce, grassa, da tutto il disco: blues, rock, musica sudamericana e tanta merda funky. Suoni gonfi e carnosi, frutto della crescita musicale di Folco ma anche delle esperienze maturate dai musicisti della sua band. Il debito verso “certa” scuola cantautorale rimane (mi riferisco a gente come Capossella, Villotti o Marra, NdLYS), ma ora si percepisce chiaro come si tratti più di un’ affinità elettiva, di un “comune sentire”, di una sensibilità paritetica e omogenea che non di una emulazione di formule o di una elaborazione di stereotipi. MilanoBabilonia è l’ accesso al mondo adulto e adulterato. E c’ è questa presa di coscienza, questo abbandono alla deriva verso cui il nostro mondo-Babilonia ci sta naufragando, che rende il tutto ancora più madido di rabbia e cinico disincanto. Il mondo finisce. Troia brucia. Il Numero della Bestia è stato rivelato. L’ Himalaya si scioglie e presto lo berremo imbottigliato da qualche multinazionale dell’Est. E in tutto questo schianto di umanità travolta, le facce scorrono ancora cariche di sorrisi di circostanza, frasi fatte, unghie laccate. E’ una pioggia glitter che si mischia a quella acida, l’orchestra del Titanic che suona fino alla fine. Ed è un’ idea che MilanoBabilonia rende con una perfezione che solo pochi dischi hanno finora conosciuto.
FOLCO ORSELLI
MilanoBabilonia
(LifeGate)
Febbraio 2007