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“Nuove esperienze sul vuoto” – Lele Battista

“Nuove esperienze sul vuoto” esce a quattro anni di distanza da “Le ombre”. Bravonline! era presente alla Fnac di Milano in occasione della presentazione ufficiale del disco di Lele Battista. Sul palco, insieme a lui, Giorgio Mastrocola, chitarrista con il quale ha condiviso l’esperienza La Sintesi, band prodotta all’esordio da Morgan e scioltasi un anno dopo la partecipazione al Festival di Sanremo del 2002 con “Ho mangiato la mia ragazza”.

Lo show-case è iniziato con Lele Battista che, intervistato da Daniel Marcocci, ha spiegato come mai siano passati quattro anni dall’ultimo lavoro: “In un disco bisogna raccontare delle cose e spesso, queste cose, impiegano un po’ di tempo ad accadere. Io stesso impiego del tempo per elaborarle e scriverle, anche perché mi piace curare tutti i dettagli del disco. Quattro anni sono stati necessari per vivere quello che ho raccontato. Questo lavoro è stato realizzato anche grazie all’aiuto di Giorgio Mastrocola, con cui lavoro da moltissimi anni. Lui contamina di elementi più esterofili quelle che nascono come canzoni da cantautore classico. E questo distingue il nuovo lavoro dal resto.”

Le prime due canzoni eseguite chitarra e tastiere sono state la mai completata “Sull’inesprimibile”, che apre il nuovo disco, e “Blocco del traffico”, nata in un giorno in cui la città di Milano, svuotata di traffico, sembrava quasi irreale.

“Nel disco ci sono molti riferimenti alla città. E’ un discorso che avevo già iniziato nel lavoro precedente. A volte rifletto su come sarebbe meraviglioso avere intorno una città più vivibile. Il disco è stato registrato prima a Milano e poi a Rubiera, in Emilia. Nell’ultima fase abbiamo cercato di dare al disco un suono più morbido per dare all’ascoltatore meno difficoltà nell’ascolto. Registrare i nostri lavori in città, spesso risente dell’atmosfera”.

Prima di eseguire “Le cose più grandi di me” e “In parte me” Battista ha svelato com’è nata quest’ultima canzone: “In parte me è nata da un racconto di John Lennon. Ho letto uno di quei libri strani pieni di giochi di parole che in italiano non rendono. E siccome l’inglese lo conosco poco, a essere sincero non mi ha nemmeno colpito tantissimo come libro. Però in questo brano parlava di sentirsi sempre in parte anche qualcun altro. Lennon deduce che se si può essere in parte qualcun altro, si può essere in parte anche se stessi. E questa cosa mi ha molto colpito”.

La presentazione continua con le ultime due canzoni tratte dal nuovo disco, “Le mani” e “Il nido”, il primo singolo tratto dal disco e brano che racconta la sua nuova convivenza. Subito dopo Lele ha raccontato come nascono i suoi brani: “Le cose più grandi è l’unica canzone del disco in cui testo e musica sono nati insieme; e così ho cercato di fare in modo che il testo andasse dietro alla musica. Di solito nasce o prima il testo o prima la musica. In questo lavoro sono nate quasi sempre prima le musiche. Questo perché abbiamo lavorato alla colonna sonora del film Lo stallo di Silvia Ferretti. In origine, questo film doveva essere una commedia dai risvolti amari e noi, con le musiche, dovevamo sottolineare questi momenti. Solo che in seguito la regista si è accorta che il film era una commedia e quindi le musiche dovevano essere riscritte. Così ci siamo divertiti di più sulle immagini, usando il ritmo in maniera forte e contemporanea. E il materiale scartato per la prima colonna sonora l’abbiamo usato per questo progetto.”

La presentazione finisce con due canzoni del precedente album: “Le ombre” (che dà il titolo al disco) e “Passeggiare”.

“A volte non scrivo per un po’ ma poi mi rendo conto che quando si sblocca quel qualcosa, entra tutto. Si uniscono le sensazioni in modo strano e magari in una canzone d’amore entra anche qualcosa che con l’amore centra poco. Ad esempio nel disco scorso La voglia di stare con te parla della fine di un rapporto, ma non si tratta di un rapporto d’amore. E mentre la scrivevo, già sapevo che trattava di altro”.

A sentire le canzoni del disco, sembra davvero che anche questa volta Lele sia riuscito a sbloccare quel qualcosa di cui parlava. Qualcosa di bello, che come ha detto lui “è oggi un aggettivo oggi poco usato”. Ma che per questo disco, è sicuramente quello più adatto.

Scaletta:
Sull’inesprimibile
Blocco del traffico
Le cose più grandi di me
In parte me
Le mani
Il nido
Le ombre
Passeggiare

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