La storia della canzone di Sanremo passa anche per le innumerevoli contraddizioni. Una di queste ha investito la giovanissima Cinzia Corrado, vincitrice nel 1985 per la sezione Giovani che avremmo poi dovuto ritrovare l’anno seguente come da copione. Così non fu. Qual sia la storia ora non possiamo dirlo ma di certo è che la storia si fa “nuova” oggi nel titolo e nella melodia di un nuovo singolo che celebra il suo ritorno sulle scene. Esce “Una nuova storia” per Sonos Music Records (Maffucci Music) ricco anche di un bel video ufficiale. La delicatezza sembra la vero protagonista di una lirica antica, classica, pop, profonda. Certamente il mestiere di vivere semina anche numerose nuovi modi di vestire i panni di narratore. Le impressioni anche sociali divengono strofe cariche di poesia nella semplicità della scrittura e del bel canto.
Un ritorno a tutti gli effetti. Inevitabile chiedersi cosa interrompe il silenzio dalle scene della canzone inedita?
L’esigenza di esistere. E per esistere ho inevitabilmente bisogno di raccontarmi, di farmi sentire. Comunicare è per me fonte di ispirazione perché come ogni artista ho dentro un mondo da esprimere e voglio farlo con la mia voce.
Quel Sanremo del 1985 ma forse ancor di più l’esclusione dell’anno successivo. A loro modo sono ferite o sbaglio? Da quell’esclusione che cosa hai portato a casa?
Non sono ferite ma delusioni. A volte l’arte è lo spettacolo non viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda. Quando l’arte deve scendere a compromessi e perde la sua essenza forse è il caso di voltare pagina. Volevo essere autentica e sincera con il pubblico e non mi è stato permesso. E prima che mi potessero farmi male artisticamente ed emotivamente ho deciso di seguire la mia sensibilità di ragazza e continuare ad esprimermi con libertà.
La canzone di oggi di Cinzia Corrado… tante le metafore e le allegorie… ma ci sono radici anche di un passato tuo personale?
Senza alcuna ombra di dubbio. Il testo, il video, la mia interpretazione: tutto rimanda alla mia sfera emotiva. Dal forte legame con mio padre, il primo grande sostenitore della mia arte, colui che ha nutrito la mia sensibilità e che ancora oggi sono certa mi sostenga da lassù, ai miei successi personali come donna in primis, dopo tante apparenti sconfitte sentimentali e lavorative che hanno poi preso il volo e mo hanno resa migliore e libera.
Belle le farfalle, simbolo non solo del video ma anche del messaggio… che ci dici in merito?
La farfalla è metafora di metamorfosi. È il frutto di un lungo e intenso travaglio che porta al superamento ed una nuova concezione di sé. Cambia forma ma in meglio, oltre le aspettative. È un invito a non perdersi nelle ostilità che la vita impone poiché ogni ostacolo può renderci migliori e ci rigenera se sappiamo aspettare e rispondere con prontezza.
E la guerra, che in fondo è distruzione e fine, come si lega al tutto?
Dopo ogni fine c’è un inizio. L’essere umano si rigenera quando impara da ciò che l’ha segnato. Ciascuno ha dentro una guerra da vincere, ma non lottando bensì perseverando e resistendo fino al punto di cambiare forma. Non vedo la fine come un limite ma come una possibilità.